Le parole di Awudu Abass, giocatore della Leonessa, nel corso di un’intervista rilasciata a Luca Bertelli del Corriere della Sera.
LA POSSIBILE SVOLTA DOPO UN AVVIO COMPLICATO – “Potrebbe esserci stata la svolta. Attenzione, però: eravamo già convinti di aver trovato la quadratura prima della sconfitta a Trento, cui seguirono quelle con Andorra e Brindisi. Abbiamo parlato molto tra di noi e lavorato duro: ora (domani, alle 12, delicata trasferta a Pistoia), il gruppo sta ingranando e stiamo rispondendo bene alle richieste del coach. In attacco non ci capivamo, c’erano tanti giocatori da integrare e poco tempo per farlo. Mancava fluidità, nelle ultime settimane invece siamo stati noi a imporre il ritmo aumentando l’aggressività difensiva. Poi, diciamolo: abbiamo perso tre gare sulla sirena, fossero andate in altro modo non si sarebbe mai parlato di crisi”.
REGOLE – “Non penso abbia senso che un ragazzo a 16 anni debba essere costretto a guardare i coetanei sul computer senza scendere in campo con loro. Il tutto perché è nato in Italia, ma da genitori africani. In altri stati è diverso, spero che le cose cambino”
RELIGIONE – “Sono musulmano, prego 5 volte al giorno, non pratico il Ramadan perché coincide sempre con il momento clou della stagione. È una cosa molto profonda e personale: se sono pacato e rispettoso, lo devo anche all’Islam. Per questo, dopo una vittoria o un momento significativo della mia vita, ringrazio Allah”.