All’inizio della scorsa stagione gli Indiana Pacers erano considerati, dopo aver perso la loro stella Paul George, una squadra in ricostruzione, niente più che un buon gruppo che avrebbe dovuto lottare duro per arrivare ai playoffs.
A sorpresa furono una delle rivelazioni della stagione 2017-2018, arrivando quinti nella Estern Conference con un record di vittorie di 48-34 e quasi riuscendo nell’impresa di eliminare al primo turno dei Playoffs i Cleveland Cavaliers di sua maesta LeBron James.
Quest’anno si sono dunque presentati all’inizio della nuova stagione con la curiosità, senza troppo interesse, degli addetti ai lavori, che si domandavano se i Pacers sarebbero stati in grado di confermare le buone prestazioni dell’anno prima.
Al momento la stagione della squadra di Indianapolis sta soddisfacendo le più rosee aspettative. Mentre nell’ambiente NBA si discute su chi primeggerà nella difficile Western Conference, di squadre come Boston, Houston, Golden State e Philadelphia che ancora non riescono a trovare il rendimento che ci si aspetterebbe da loro e di Milwaukee e Toronto che a sorpresa primeggiano ad Est, i Pacers continuano a macinare gioco e risultati positivi.
Addirittura terzi nella Eastern Conference con un record di vittorie di 25-12 ( 0,676% ) fondano i loro successi su una difesa molto dura che al momento è la seconda migliore del campionato, con soli 102,2 punti concessi a partita.
La squadra, a ulteriore testimonianza del gioco aggressivo effettuato nella propria metà campo, è seconda anche per palle rubate ( 9,3 a partita) e quarta per difesa nell’area con soli 42,4 punti a partita concessi nel pitturato.
L’attacco dei Pacers invece ha numeri da squadra di mezza classifica, con 108,6 punti realizzati a partita, che ne fanno il diciassettesimo della lega.

I realizzatori più importanti sono, come era prevedibile, la guardia Victor Oladipo, con 19,6 punti a partita e il 43% di tiro dal campo e l’ala Bojan Bogdanovic, che segna 16,2 punti a partita e ha ottime percentuali dal campo, con il 51% generale e il 45,7% da tre.
Molto bene anche Domantas Sabonis che, uscendo dalla panchina, con un minutaggio medio di 24,8 minuti a gara, mette a segno 14,6 punti a partita con il 62,8% al tiro e ben 9,5 rimbalzi.
Il quintetto base è completato da Darren Collison nella posizione di playmaker, Thaddeus Young in quella di ala grande e Myles Turner in quella di centro.
Gli ultimi due stanno dimostrando di essere una solida coppia sotto i tabelloni. Young segna 12,1 punti a partita e cattura 5,8 rimbalzi mentre il giovane Turner condisce i suoi 13,1 punti e 7,3 rimbalzi con ben 2,9 stoppate a serata.
Ne scaturisce una pallacanestro molto piacevole da vedersi sotto il punto di vista dell’intensità agonistica. I Pacers infatti danno sempre l’impressione di non voler mollare proprio mai, come dimostrano gli scalpi importanti ottenuti fino ad ora ai danni di tre delle loro principali rivali ad Est. Ovverosia le vittorie contro i Bucks, i Sixers e soprattutto quella contro i Celtics, ottenuta per un solo punto dopo che, a 40 secondi dalla fine e sotto di 4, i giochi sembravano veramente fatti.
Una bella soddisfazione per coach Nate McMillan, non a caso eletto allenatore della Eastern Conference del mese di Dicembre.
Il calendario tuttavia nel mese di Gennaio non sarà facile per Indiana. I Pacers sono infatti attesi da 5 trasferte consecutive e dovranno affrontare i Celtics, i Sixers, i Warriors e due volte i Raptors, con 7 gare in trasferta e 6 in casa.
Ci sarà un calo che, comunque, sarebbe giustificabilissimo o continueranno a stupire, guadagnandosi quel posto sotto i riflettori che fino ad ora hanno dimostrato di meritare?