La storia di Patrick McCaw si trascina oramai dalla scorsa estate, quando il giocatore ha rifiutato un rinnovo da 5,2 milioni in 2 anni con il secondo anno non garantito dai Golden State Warriors e ha pure rifiutato la qualifying offer, normalmente accettata dai giocatori che escono dal contratto da rookie.
La situazione è rimasta bloccata sino alle scorse settimane quando i Cleveland Cavaliers hanno offerto un biennale da 6 milioni non garantito, cifra che i Warriors non hanno pareggiato per le implicazioni salariali che questo avrebbe portato, visto che la luxury tax da pagare con il contratto avrebbe raggiunto i 61 milioni di dollari.
Qui inizia la parte complicata della storia: McCaw gioca 3 partite dove dimostra tutta la ruggine accumulata dopo l’infortunio e l’inattività, segnando solo 1,7 punti a partita con uno sconsolante 22% dal campo. I Cavaliers lo aspettano, visto che sono in pieno tanking? Assolutamente no. Il giocatore viene tagliato l’ultimo giorno utile prima che il contratto diventasse garantito per la stagione. McCaw si è poi accordato per il minimo salariale con Toronto, finendo, come sperava, a giocare per una contender.
Qui però sono intervenuti i Warriors, chiedendo alla Lega di investigare sull’accaduto, sospettando che i Cavaliers abbiano avuto un accordo con il giocatore e il suo agente, Bill Duffy, per aggirare le regole del salary cap e far uscire il giocatore dallo status di restricted free agent, visto che i Warriors avevano la facoltà di pareggiare ogni offerta.
Dall’esterno non appare chiaro quale sia stato l’interesse per i Cavaliers nel fare questo, visto che rimangono con niente in mano, a meno di non aver voluto fare un favore all’agente del giocatore.
Se l’indagine dovesse portare a rivelare un accordo sottobanco tra il giocatore e Cleveland, i Cavaliers rischierebbero o una multa o, ancora peggio, di perdere la sua prima scelta nel prossimo draft, cosa deleteria visto che la franchigia dell’Ohio ha il peggior record della NBA e seria possibilità di ottenere giocatori come Zion Williamson. Una eventuale squalifica cambierebbe, e di molto, la storia dei prossimi anni di NBA.