25 Dicembre 2018. I Los Angeles Lakers affrontano i Golden State Warriors alla Oracle Arena. Tra l’ottavo e il settimo minuto del terzo quarto, LeBron James allunga troppo la gamba sinistra per non perdere il pallone e si ferma. I Losangelini vincono la partita, ma per il numero 23 si parla di strappo all’inguine e la diagnosi lo conferma. Due settimane di stop per il re, prolungate a tre mentre scrivo, forse potrebbero arrivare a quattro.
Perdere il miglior giocatore non è facile, né per Walton, né per dei compagni così giovani abituati a essere trascinati, a sapere da che lato voltarsi quando “il gioco si fa duro”. Il faro di luce si spegne, si cammina a tentoni. I giallo-viola perdono la prima gara contro i Kings allo scadere, puniti da Bogdanovic. Potrebbe essere sfortuna. In seguito perdono 5 delle 6 partite successive e nell’ultima, contro i Timberwolves, cadono rovinosamente subendo uno scarto di ben 22 punti.
Qualcosa non va. Manca l’uomo al comando, manca il creatore di gioco e facilitatore. Manca LeBron James. Non è difficile capire che senza il miglior giocatore a roster i Lakers faticano. Lo dimostrano la striscia positiva e la classifica. Sono passati da 19W e 14L e quarto posto a un ottavo posto con un record di 25-21. Due dati che testimoniano quanto appena detto, sono il box plus/minus e il win sharing. Con James in campo, il primo si attesta intorno al 7,8 mentre il secondo al 4,9. L’involuzione è evidente sia in attacco che in difesa. Dando una rapida occhiata all’offensive rating dei giallo-viola, si può osservare che con il prescelto si passa da 110,1 a 115,2 punti, una differenza di ben 5,1pts a partita. Lo stesso vale dall’altro lato del campo. I canestri subiti da quando LeBron è fermo ai box sono di media superiori di 2,4, senza contare una lieve diminuzione di palloni rubati e stoppati (-0,2; -2,5). Per coloro che non amano i numeri basterebbe guardare una partita dei ragazzi di Walton per capire come la concentrazione in campo e il ritmo di gioco siano calati drasticamente dall’infortunio del numero 23.
Dall’altro lato sappiamo bene quanto LeBron sia un accentratore di gioco e che la sua assenza può permettere ai giovani di esprimere il loro potenziale. Kuzma è il giocatore che si è caricato la squadra sulle spalle. Il numero 0 viaggia a 24 punti di media dal 25 dicembre e ha siglato il suo career high contro Detroit mettendo a referto 41pts. L’intelligenza e la saggezza delle scelte prese sul parquet gli permettono di giocare a un livello superiore. Di certo non si può dire lo stesso di altri giocatori che con James erano più stimolati. Ball dà una grande mano in difesa ma in attacco è troppo discontinuo. Hart non va mai sopra le righe e nelle ultime gare ha sofferto molto al tiro. Ingram, non pervenuto.
Al momento la striscia dei Los Angeles Lakers è di 5 vittorie e 7 sconfitte. La sensazione è quella di una squadra altalenante che subito dopo aver trovato la rotta ha perso il suo timoniere. LeBron James riesce a spiegare le vele e traghettare i suoi compagni verso i playoff, con lui in campo si ha la sensazione che sia tutto sotto controllo. Il cielo è sereno su Venice Beach, ma la tempesta è alle porte, i giovani Lakers non devono lanciare in mare il tesoretto creato fin ora dal re.