Due squadre con necessità diverse, un giocatore di talento con un contratto in scadenza, la trade deadline: gli ingredienti c’erano tutti per dare il via ai fuochi artificiali tra Clippers e Sixers. Eppure il campionato superiore alle aspettative da parte dei californiani faceva pensare ad un approccio più conservativo di Lawrence Frank e Chris Winger. Invece il duo ha spiazzato tutti cedendo l’ala Tobias Harris (assieme a Mike Scott e all’impareggiabile Boban Marjanović) a Philadelphia in cambio di una nutrita contropartita: Landry Shamet, Wilson Chandler, Mike Muscala, la prima scelta 2020, la prima scelta 2021 di Miami e due seconde scelte.
Evidentemente i Clippers hanno deciso di lavorare per il futuro: con il contratto di Harris in scadenza, hanno preferito “realizzare” il massimo possibile dalla sua cessione per poi puntare alla “voglia di California” del mucchio di free agent che sarà disponibile a luglio, in primis Kawhi Leonard che in più occasioni è stato accostato ai Velieri.
Lo scopo di Elton Brand, general manager dei 76ers, è chiaro: affiancare al trio composto Joel Embiid, Jimmy Butler e Ben Simmoms una quarta stella. Che a questo punto della stagione i Sixers avessero bisogno di un’iniezione di energia e talento era ormai chiaro. Dopo le ultime due sconfitte Phila era decisamente in difficoltà mentre dei Boston Celtics in netto recupero (nove vittorie nelle ultime dieci partite) li avevano sorpassati in classifica.
L’arrivo di Tobias Harris riapre i giochi della Eastern Conference almeno per ciò che riguarda il terzo posto: Milwaukee e Toronto sono per ora (e forse definitivamente) fuori portata, ma la lotta per il terzo posto sarà sicuramente un duello tra i Celtics di Kyrie Irving ed i “Philadelphia Phour” con Indiana come spigolosa outsider, dopo l’infortunio che l’ha privata per l’intera stagione di Victor Oladipo.
Tutto starà a vedere fino a che punto Boston continuerà a migliorare e fino a che punto i Sixers saranno pronti a spartire la ricchezza, “spread the wealth”, dopo i malumori che fin da dicembre il twitter di Joel Embiid non ha esitato a propagare. Intanto, però, i bookmaker di Las Vegas hanno accolto con favore l’arrivo di Harris: se prima della trade il titolo a Philadelphia era dato a 16 (sedici dollari vinti per ogni dollaro giocato), dopo l’annuncio dello scambio la quota di “Westgate Superbook” è scesa a 10. E si sa che nel Nevada sui soldi scherzano poco.