La vittoria nella sfida infinita coi Boston Celtics restituisce un po’ di serenità all’ambiente, ma la situazione per i Lakers resta seria. Quanto visto a nella visita ai Pacers non ha precedenti nella carriera di LeBron James e sicuramente è un segnale di scollamento tra la dirigenza ed i suoi compagni.
La sconfitta ha fatto male, un -42 che echeggia le temperature raggiunte dal termometro nelle zone più fredde degli Stati Uniti, sconfitta senza precedenti per una squadra nella quale giocava il Re e non è dato sapere se nella cupa serata di Indianapolis LeBron James sia stato infastidito maggiormente dalla forma non ancora smagliante, dalla mancanza di energia dei suoi compagni, o dallo scherno dei tifosi locali.
Forse la condizione precaria, frutto dello stop dopo l’infortunio, per “il Prescelto” è il male minore visto che sarà sufficiente qualche colpo di spazzola per togliere la ruggine dai suoi muscoli d’acciaio. Le prese in giro dei tifosi sono state un po’ più peperine: quando Brandon Ingram o Kyle Kuzma si apprestavano a tirare dei “liberi”, il pubblico della Bankers Life Fieldhouse si metteva a cantare in coro “LeBron is gonna trade you”, “LeBron ti cederà”, sottintendendo che a decidere le modifiche al roster non sono il general manager Rob Pelinka o Magic Johnson, ma il numero 23 dei Lakers. No, nemmeno questo deve averlo scalfito: la cosa che lo ha infastidito maggiormente è sicuramente stata vedere la propria squadra allo sbando. E pensare che il giorno di Natale, sbancando il parquet dei campioni in carica con una certa autorevolezza, Los Angeles aveva raggiunto le 20 vittorie (a fronte di 14 sconfitte) che le garantivano una comoda poltrona per i playoffs…da quel momento è andato tutto storto: cinque sconfitte nelle sei partite seguenti, le polemiche, lo stiramento di LeBron, altre sconfitte, la litigata in spogliatoio tra coach Luke Walton e il duo Michael Beasley/JaVale McGee, le voci sulla cessione di mezzo roster per arrivare a Anthony Davis.
Nelle dichiarazioni post-partita di Indianapolis però il campione ha cercato di gettare acqua sul fuoco che chiaramente sta consumando lo spogliatoio dei californiani: “Tanti dei ragazzi sono stati al centro delle voci di mercato, nelle ultime due settimane, e dev’essere difficile riuscire a concentrarsi”. Anche un piccolo scivolone, nelle sue parole: “Dovete chiedere a loro come si sentono, non a me perché non io non l’ho mai provata, questa situazione”. In molti hanno notato nella distinzione “io/loro” la distanza che separa il capitano ed i suoi compagni di squadra, distanza che non dovrebbe esistere, in barba alle telefonate di Kyrie Irving per apprendere dall’ex compagno di squadra i trucchi del “vero leader”.
Nel frattempo però è arrivato il tiro dell’ex Rajon Rondo e la vittoria a sorpresa contro dei Boston Celtics che a volte sembrano dimenticare l’incredibile talento de loro roster. Un successo che ridà un po’ di brio all’ambiente e di respiro a coach Walton, indicato dai quotidiani di L.A. come possibile vittima sacrificale in caso di mancato approdo ai playoffs. Quali saranno i Lakers da qui alla fine della regular season? Quelli di Indianapolis o quelli di Boston? Stay tuned.