Kader Kam è un “dunker” professionista e membro dei Da Move, leader europei dell’intrattenimento freestyle che fanno divertire grandi e piccini grazie alle loro spettacolari coreografie sui campi da basket. Ma il 31enne della Costa d’Avorio, in Italia da più di 15 anni, è anche un giocatore di Serie C Silver (milita nella Fluidotecnica Robbio), e durante la partita contro Sedriano è stato il bersaglio di un insulto razzista gridato da un suo avversario.
Intervistato dal Corriere della Sera, Kader Kam ha parlato dell’accaduto:
“Mi stavo smarcando, lui mi ha trattenuto. Allora ho urlato e lui mi ha detto “Che caz… vuoi, negro di m…?”. Mi sono agitato e ho chiesto all’arbitro “Hai sentito? Hai sentito?”. Volevo che fermasse il gioco. Invece lui ha fatto proseguire, e quel ragazzo si è avvicinato a me con fare provocatorio. A quel punto sono scoppiato, si è chiusa la vena, ho cercato di colpirlo con una gomitata ma non sono riuscito a prenderlo. L’insulto l’hanno sentito tutti, anche i suoi compagni che sono intervenuti. Sono stato ignorato. Se il direttore di gara avesse fatto il proprio dovere, tutto questo non sarebbe successo. Non intendo farmi dare del negro da nessuno, tanto meno del negro di m… da una persona che non conosce il significato delle parole che pronuncia. Ho fatto un errore e mi spiace perché rischio una squalifica che danneggia la mia squadra. A mente fredda dico che avrei dovuto lasciare il campo. Se mi chiamerà, sentirò le sue ragioni. Non ho nessun rancore, anche se non mi sono arrivate scuse da parte sua o della società”.
Kader ha poi sottolineato la gravità degli insulti di stampo razzista:
“Credo che sia necessario porre più attenzione sulla necessità di ricordare la storia. Quelle parole mi ricordano fatti successi realmente. E io ci sto male. Se ne parla con troppa leggerezza, non si deve scherzare su queste cose. Ho sempre creduto che in campo queste cose non potessero succedere”.
Foto di copertina: Instagram (Kader Kam)