Da un lato è la regina di Coppe, dall’altro però sa bene che l’obiettivo principale è un altro. La Paffoni Omegna replica il successo di un anno fa in Coppa Italia, ma se il risultato di 365 giorni fa a Jesi nella super-sfida con Cento era legittimato da un ruolino di marcia da rullo compressore, in questa edizione il trionfo potrebbe essere la svolta decisiva nel cammino di avvicinamento alla promozione.
Guardando il momento, infatti, Omegna poteva sembrare in difficoltà come testimoniato dalle ultime sconfitte con Oleggio, Valsesia, Empoli e San Giorgio su Legnano, inframezzate dalla vittoria pesante contro Firenze; quattro passi falsi nelle ultime cinque uscite che le sono costate anche il primato nel girone A. A Porto San Giorgio, però, si è rivista la vera essenza dell’ex capolista, quella squadra che, dopo qualche sofferenza con Pescara, ha fatto di un sol boccone la stessa Firenze e Cesena.
Merito di Ghizzinardi, tecnico che ha già dimostrato il suo valore, ma anche di un roster concreto, con alcuni attori tra i migliori di questa categoria: dall’estro e la lucidità dell’MVP Alessandro Grande alla solidità sotto canestro di Balanzoni senza dimenticare Cantone, Arrigoni, D’Alessandro e Santiago Bruno, tutti elementi che hanno già vinto la Serie B. E con la perla dell’aggiunta in corsa di Guido Scali, esterno in grandissima ascesa, eletto miglior Under 21 della manifestazione e pedina perfetta per il sistema dei piemontesi.
Giocatori che hanno già vinto, appunto. Perché sono queste le pedine fondamentali in un campionato complicato come la Serie B, elementi come lo stesso Cantone, come Stanic e Ruggiero di San Severo, come Vico a Firenze o Maggio e Sanna a Salerno, solo per citarne alcuni. Atleti che, nel momento in cui c’è da concretizzare, non falliscono in una roulette come la Serie B. Una selva che quest’anno sembra più densa che mai, con tante contendenti per i tre posti messi in palio da una Final Four da thriller.
A questa Final Four sicuramente ambiscono gran parte delle partecipanti di Porto San Giorgio, seppur alcune sorprese si siano inserite da “underdog”, per dirla all’americana. Qualche esempio? Basti pensare a Cesena, capace di arrivare sino alla finale legittimando il primato nel girone B, forse quello più impegnativo, o a Firenze, ambiziosa come non mai con gli innesti in corsa di Touré e Genovese in un roster già di per sé competitivo. Oltre a corazzate come San Severo (la sconfitta nei quarti con la Fiorentina è la prima di tutta la stagione), Caserta e Salerno, tutte eliminate precocemente ma sicure protagoniste.
E poi non dimentichiamo chi nelle Marche non c’era, ossia Napoli, Palestrina, Chieti o le corazzate Reggio Calabria e Milano. Tutte pretendenti? Probabilmente sì. E con i playoff che si incrociano le sorprese possono essere dietro l’angolo, chiedere a Omegna per verifica.
La Coppa Italia, come sempre, ha dato qualche indicazione ma, va ricordato, nessun verdetto. La storia lo insegna, non sempre chi ha conquistato questo trofeo è stato promosso. E non sempre a questa manifestazione hanno partecipato le squadre che poi si sono rivelate le più forti. Per chi vuole continuare a correre, la stagione vera inizia a partire da questa domenica.
Carlo Maria Audino