Fonte: Gazzetta di Reggio
Ivan Paterlini prova a scuotere il gruppo in vista del lungo rush finale nella volata salvezza:
«Adesso bisogna sbagliarne poco, la realtà è questa. Rispetto al passato sono più distaccato dalla squadra che seguo molto meno anche in allenamento. Al palasport sono sempre presente da tifoso, ma non essendo altrettanto presente dietro le quinte, mi è difficile dire cosa esattamente non abbia funzionato quest’anno», spiega. Un’idea se la sarà però fatta? «Una serie di errori unita a una serie di sfortune ci hanno portato a questo punto. Il momento è critico, non nascondiamo che rischiamo la retrocessione in serie A2».
Che fare?
«Bisogna sperare in un colpo di coda. Sperare che i nostri giocatori abbiano un moto d’orgoglio. Ma siamo arrivati a un punto in cui dobbiamo sperare anche che le nostre avversarie, le dirette concorrenti in questa corsa alla salvezza, vengano colpite dalla sfortuna che come al solito non ci ha risparmiati».
Mancato orgoglio
«Non si può neanche dire. Dall’inizio dell’anno sono cambiati così tanti giocatori, tanti di loro non hanno neppure avuto modo di attaccarsi alla maglia. Poi molti di quelli che erano con noi anche in anni passati, sono incappati in infortuni, quindi…».
Ai tifosi…
«Non mi sono mai permesso di giudicare il pubblico e non lo farò neppure stavolta. I tifosi hanno fatto ciò che in coscienza ritenevano più giusto e penso debbano continuare ad agire come ritengono opportuno. Io credo che prima debba essere la squadra a dare soddisfazioni al pubblico. Quando si perde, diventa però estremamente difficile tenere alta la temperatura all’interno del palasport».