Dagli amici mi guardi Iddio…comincia così un vecchio adagio che invita a non abbassare la guardia davanti alle persone alle quali siamo inclini a regalare la nostra fiducia. Consiglio sempre validissimo, specialmente se sei un giovane e promettente giocatore di basket che a vent’anni “tira su” sette milioni e mezzo a stagione e per i prossimi 15 anni, salute e fortuna permettendo, vedrà considerevolmente aumentato il proprio patrimonio. Stiamo parlando di Lonzo Ball: la guardia dei Los Angeles Lakers, ferma da tempo a causa di una brutta distorsione alla caviglia, ha presto sperimentato in prima persona i rischi correlati all’essere ricco, molto ricco. Nella giornata di Sabato 23 Marzo si è infatti appreso del licenziamento di Alan Foster, amico di famiglia con il quale era stato intrapreso un progetto commerciale denominato “Big Baller Brand”, nome ispirato ai tre fratelli Ball (Lonzo, LiAngelo e LaMelo), che offre T-shirts, scarpe, accessori, tutto il campionario insomma, oltre ovviamente a “vestire” Lonzo nel campo da gioco, dove possibile (vedi voce “scarpe”).
Purtroppo ci si è accorti che alla contabilità mancava un milioncino e mezzo di dollari, “distratti” per l’appunto dal socio di minoranza Foster. Non che sia per lui una nuova esperienza, perchè il signore è anche recidivo, avendo in archivio una condanna per una truffa da QUATTRO milioni. Ulteriore problema, quei soldi sarebbero dovuti servire per pagare le tasse…immediate le contromisure della famiglia ed oltre al licenziamento di cui sopra è immediatamente arrivata anche la firma di Lonzo con Nike lasciando molti dubbi sul futuro della “Big Baller”.
Fortunatamente i danni, per quanto seri, non sono stati irrimediabili e i Ball riusciranno a mettere insieme il pranzo con la cena ancora per alcune generazioni a venire. Tutto questo potrà servire da monito, perchè sono stati tanti i giocatori che hanno perso cifre da capogiro, fortune che la stragrande maggioranza dei comuni mortali farebbe fatica anche solo ad immaginare.
Tim Duncan, per esempio, male indirizzato su alcuni investimenti finanziari, perse alcuni anni fa ben 25 milioni di dollari; va detto che in carriera ne ha messi in saccoccia quasi 250, per cui le conseguenze non sono state troppo nefaste. “Sir” Charles Barkley invece scelse una via alternativa per buttare qualche banconota delle moltissime guadagnate, perdendo 30 milioni al casinò (non tutti in una volta, ma 1 milione in 30 diverse occasioni, come tenne a puntualizzare). Purtroppo ad altri è andata decisamente peggio: Latrell Sprewell fu un atleta importante a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, capace di oltre 16000 punti in carriera e convocato per 4 volte alla “Partita delle Stelle”. Il suo ego lo spinse a rifiutare un’ estensione contrattuale da 21 milioni nel 2004, quando militava ai Timberwolves, perchè giudicata inadeguata (“devo dar da mangiare alla mia famiglia”, la sua dichiarazione). Non arrivarono però altre offerte e Latrell si ritirò a 34 anni con quasi 100 milioni di guadagni, abbastanza per vivere decorosamente, eppure dopo soli 3 anni non gli restava più nulla, nemmeno lo yacht, nemmeno la casa (entrambi pignorati).
Fece poi scalpore una decina di anni fa la storia di David Harrison, che in campo non fu mai un “crack” ma riuscì comunque a raggranellare alcuni milioni durante la sua quadriennale carriera da backup ad Indiana; cinque anni dopo il ritiro, per un breve periodo fu assunto al Mc Donald’s per servire hamburger nel turno di notte.
Molti tifosi dei Bulls di Jordan ricorderanno Randy Brown come un tignoso specialista difensivo: non fu un “Paperone” del basket ma riuscì a portare a casa una quindicina di milioni, dilapidati in pessimi affari tra mercato immobiliare e ristoranti; fortunatamente la storia ha un lieto fine, perchè Brown ebbe occasione di rialzarsi grazie al’ aiuto proprio dei Chicago Bulls, che lo inserirono nei quadri societari.
Meno bene è andata a Darius Miles, terza scelta assoluta dei Clippers; nonostante le belle speranze suscitate non giocò mai ad altissimo livello e, peggio, vide la sua carriera chiudersi a causa di un brutto infortunio al ginocchio a soli 25 anni. Fuori dal campo dilapidò la sua fortuna buttandosi in investimenti azzardati fino al fallimento: fu costretto a vendere praticamente ogni sua proprietà per raggranellare qualche soldo, compresa una canotta autografata da LeBron James e alcune armi da fuoco.
La lista potrebbe andare avanti a lungo, con altri giocatori che nel corso degli anni hanno subito grandi e meno grandi rovesci economici, da Erick Strickland al grande Dan Issel, da Eric Williams a Jason Caffey (10 figli avuti da 8 donne richiedono un discreto esborso mensile), ma la storia di Antoine Walker è emblematica: stella negli anni novanta, quando componeva con il giovane Paul Pierce una intrigante accoppiata seppure in una versione non indimenticabile dei Celtics, due volte All Star, era in effetti un soggetto a “rischio”: appassionato di scommesse, auto costose e attorniato da una famelica famiglia allargata di una settantina di persone, non ci mise molto a buttare al vento i 110 milioni guadagnati in carriera e fu addirittura arrestato nel 2009 per aver emesso assegni falsi.
Vuoi vedere che a Lonzo tutto sommato è andata bene?