Quasi 10 anni dopo quel Teramo – Fortitudo che ne sancì la retrocessione, la Fortitudo Bologna – tre campionati vinti dopo (di cui uno di A dilettanti cancellato da guai amministrativi)– torna meritatamente in Serie A. La promozione diretta dal girone Est arriva alla quartultima giornata, anche se Ferrara, nonostante l’assenza di Campbell, è degna avversaria nella gara di mezzogiorno giocata in un PalaDozza gremito in ogni ordine di posto. L’atmosfera da festa annunciata, però, come prevedibile sembra bloccare un po’ in partenza (19-29) i padroni di casa, mentre la Bondi, dall’altra parte, si carica, trascinata da Fantoni (11+10 già alla pausa lunga) e l’entusiasmo dei suoi giovani. Il calo di Swann, però, rende più facile il lavoro difensivo soprattutto su Fantoni e Ganeto, ma la partita cambia quando dopo 10 errori consecutivi, la Fortitudo trova con Hasbrouck (28 alla fine) i primi due canestri da tre della partita: uno degli ex della sfida è decisivo anche in difesa e propizia il primo vantaggio, annullato, però, da un libero di Mazzoleni che tiene all’intervallo la partita in perfetta parità a quota 38.
L’inerzia della sfida è, però, ormai cambiata anche a livello emotivo e “scuote” anche alcuni degli altri protagonisti annunciati della sfida: quando infatti, oltre ad Hasbrouck, anche Leunen e Mancinelli, ad esempio, segnano dall’arco (sarà 12/21 di squadra dopo i primi dieci errori), la squadra di Antimo Martino può volare fino al +18 (62-44) massimo vantaggio della sfida. La Bondi, tuttavia, non si scompone e con l’energia di Molinaro (a lungo in panchina causa falli nel primo tempo) a rimbalzo d’attacco ed i canestri da tre di Buffo e Liberati risale fino al -7 (70-63), ma è l’ultimo brivido sulla schiena dei tifosi fortitudini, prima di una festa – cui partecipa, con una tripla, anche il giovane Franco – attesa a lungo e meritata, fino al 91-79 finale.
Donatello Viggiano