Fonte: Messaggero Veneto
L’Apu dalla serie A2 alla Al col diritto sportivo di Trieste e viceversa. È la voce circolata nelle ultime ore sul fronte cestistico, e sono ore piuttosto calde vista la situazione in cui si è venuta a trovare la società giuliana per le ben note vicende extracampo dell’Alma e del presidente Luigi Scavone. Si tratta soltanto di un’ipotesi, definiamola pure fantabasket, ma la voce circola davvero e noi la riportiamo. Ben sapendo che una situazione del genere rischierebbe di sollevare mobilitazioni di piazza, fra due campanili separati da un’accesa rivalità. Il general manager dell’Apu Gsa, Davide Mica-lich, non vuol nemmeno prendere in considerazione un possibile scambio dei diritti: «È una cosa che non accadrà mai, rischieremmo di rovinare tutto. Le scorciatoie non ci piacciono». Mi-calich chiude la porta all’ipotesi da fantabasket con due motivazioni ben precise: «La prima è che mi sembra una cosa priva di ogni logica. Io auguro alla Pallacanestro Trieste di farcela e salvare la categoria, ma se non dovessero farcela non credo proprio cederebbero i diritti a Udine. In secondo luogo, voglio sottolineare che noi abbiamo costruito la storia dell’Apu. Abbiamo un bellissimo rapporto con la città e siamo in A2 dopo aver vinto due campionati sul campo, ma anche dopo esserci rialzati da cocenti sconfitte». Se Al deve essere, insomma, la si deve conquistare a suon di canestri, e non scambiandosi i mazzi di carte di mano. «Il diritto sportivo di Corato – spiega il giemme bianconero – fu proposto anche a noi prima di essere acquisito da Treviso. E altre proposte arrivarono da diverse società italiane. Noi però vogliamo vincere sul campo, lo riteniamo una cosa basilare. Quando non ce la facciamo, ci riproviamo, imparando dagli errori. È una questione etica. Ritengo assurdo ipotizzare un’opera di sciacallaggio ai danni di un’acerrima rivale sportiva. Sarebbe una grande mancanza di rispetto e ripeto: auguro a Trieste di farcela, ma in caso contrario non è la nostra la porta a cui bussare».