Cantù domina e vince il derby numero 143 imponendosi 84.75 sulla Openjobmetis Varese. Per la squadra di Caja 10 minuti all’altezza della situazione seguiti da 30 di passione e di calvario per una squadra che è andata sempre più spegnendosi col passare dei minuti, soverchiata dalla fisicità canturina che ha dominato in ogni angolo del campo, primo dato: 47-29 il conto dei rimbalzi, di cui 12 in attacco per l’acqua San Bernardo, con Jefferson a quota 10 e Davis 8 che lasciano a distanza Cain con i suoi miseri 6 anzi, gravati di falli, i lunghi o mezzi tali varesini nel secondo tempo, per larghi tratti, nemmeno ci vanno più a rimbalzo d’attacco, togliendo pero cosi fiducia ad un attacco già in crisi di fiducia (8/19 da due e 3/17 da tre nei secondi 20’)
Secondo dato: le percentuali di tiro: equivalenti quelle da due, Cantù fa 10/26 dall’arco, Varese 7/32 di cui 0/6 nel quarto finale.
Terzo dato la difesa. Dopo un primo quarto in cui è Varese ad imporsi, Cantù infila 44 punti nei quarti centrali subendone solo 28, alzando il livello della sua difesa e punendo costantemente ogni mezzo passo in ritardo della squadra di Caja con una circolazione di palla lucida e focalizzata sul cercare il punto debole degli avversari, cambi difensivi o mancate chiusure che siano, per punirli con puntualità.
Brienza trova 5 uomini in doppia cifra, un Devon Jefferson (lusso voluto da Gerasimenko) che fa vedere ancora una volta di valere palcoscenici di ben altra caratura, mentre gioca per se e per gli altri Gaines, ma la cuarta che spariglia il mazzo è Tyler Stone, 16 punti con 6/13 al tiro e 8 rimbalzi che stravince il duello con Archie e Ferrero.
Poco da salvare in casa varesina, eccezion fatta per Tommy Scrubb che canta e porta la croce, mentre Avramovic (24) torna a commettere errori banali dopo ottime cose vanificando la qualità della sua prova.
Prova sottotono per Cain, a mal partito con i muscoli e l’esperienza di Jefferson, mentre si registra la nuova prova incolore del neopapà Ronald Moore, che sul 72-67 ha la palla per riaprire la gara ma sbaglia il tiro, dall’altra parte Blakes segna la tripla che di fatto segna la gara in maniera definitiva, tempi per integrare un nuovo regista nel sistema Caja non ce n’è, ma certamente questo sarà il primo spot che dovrà subire un upgrade nella prossima stagione.
La squadra di Caja gioca comunque gioca la sua onesta gara, lavora in difesa ed in attacco, ma è chiaro che la testa e fisico devono tirare il fiato, ed il ritorno alla settimana piena di allenamenti non può che giovare alla causa di Ferrero e soci nel rush finale dove non sono ammessi sbagli, posto che, parole dello stesso Caja “ in questa stagione abbiamo fatto meglio possibile e non mi sentirete mai criticare i miei giocatori”, segno di apprezzamento per il lavoro della squadra ma anche sintomo di una spia della riserva accesa ben chiara anche al coach pavese.
Varese come detto sgabbia con autorità, portandosi a condurre con le incursioni di Avramovic, la San Bernardo prova a replicare con le sue giocate di talento, ma va in apnea quando è costretta a tenere troppo tempo la palla in mano ed a pensare, producendo alcune perse e qualche tiro fuori dai fiochi che favoriscono le ripartenza in transizione della Openjobmetis che chiude in avanti il primo quarto sul 18-25.
Gli uomini di Brienza cominciano a capire dove e come colpire, servendo con continuità Jefferson e Stone, che firma il primo sorpasso (37-35 a 80” dalla sirena), ma èla bomba di Avramovic a mandare Varese in vantaggio al riposo lungo sul 39-40; i tre falli in un amen di Archie e l’infortunio a Salumu certo non lasciano ottimisti, ma è il 25-12 a rimbalzo per Cantù a preoccupare maggiormente Caja, oltre alle medie glaciali dall’arco.
Avramovic e Scrubb regalano alla Openjobmetis l’ultimo vantaggio in avvio di terza frazione, poi Carr e Jefferson salgono in cattedra sul meriggio varesino: parziale di 25-8 con l’Acqua san Bernardo che impone la sua marca in più e spezza la gara portandola sui ritmi a lei più congeniali, oltre a consolidare il suo dominio nel pitturato.
Avramovic e compagni però sono duri a morire e questo è latente, per cui come Cantù commette qualche errore rientra in partita con i suoi mancini e qualche lampo di Archie, ma come detto, Moore fallisce la tripla del meno due a 5’ dalla sirena, mentre Blakes e Gaines, dall’altra parte segnano 6 punti che proiettano Cantù nel lotto delle pretendenti al gran ballo dei playoff.
LUCIANO CHIESA