Con la vittoria di stanotte Philadelphia si è portata sul 3-1 ipotecando così il passaggio al prossimo turno, ma se torniamo a qualche giorno fa la situazione dei Sixers non era affatto tranquilla.
La sconfitta di gara 1 aveva gettato l’ambiente nello sconforto più totale, i tifosi avevano subissato i giocatori di fischi, e anche il secondo episodio della serie era iniziata in modo tutt’altro che positivo con i Nets incollati e sotto solo di un punto alla sirena dell’intervallo.
Ma l’intervallo di gara 2 è stata la chiave di volta dell’intera serie.
“E’ entrato in spogliatoio imprecando e coprendoci di “parolacce”. Mi ha scioccato! Ma mi è piaciuto, perché questo è il tipo di energia che amo. Siamo tornati in campo e abbiamo giocato come siamo in grado di fare”.
Butler non ha nascosto la sorpresa nel sentire la furia di coach Brett Brown negli spogliatoi, ma quelle parole sono state la scintilla che ha scatenato la reazione di un gruppo che sembrava aver smarrito quell’energia e quella continuità che in stagione gli aveva permesso di conquistare ben 51 vittorie.
Da allora i Sixers hanno inanellato delle prestazioni più confacenti al loro talento scrollandosi di dosso le paura di gara 1.
In gara 2, Phila ha pareggiato la serie grazie a un terzo quarto da 51 punti – un record assoluto per la NBA –, in gara 3 Simmons ha trascinato i suoi nella vittoria del Barclays Center, sopperendo con i suoi 31 punti all’assenza di Joel Embiid, sempre alle prese con dei fastidiosi dolori al ginocchio.
Stanotte, in una delicatissima gara 4, è stato Embiid a salire sul proscenio.
“Basta vedere la magnificenza delle sue statistiche. E’ difficile aggiungere qualcosa ai 31 punti, 16 rimbalzi, 7 assists e 6 stoppate. Dominante”. Questa volta Brett Brown ha usato parole dolci per commentare la partita del centro camerunense, ma non poteva essere altrimenti.
Embiid è stato immarcabile, ha abusato dei poveri Nets per tutta la partita e ha assicurato ai Sixers la terza vittoria nella serie.
Con la sua prestazione d’altri tempi Joel ci ha ricordato quanto, anche nella pallacanestro di oggi, sempre più perimetrale, è importante poter disporre di un lungo dominante, un giocatore che funga da punto di riferimento in post basso e, al contempo, rappresenti un deterrente per gli avversari con la sua fisicità e intimidazione sottocanestro.
Adesso la serie torna al Wells Fargo Center, e tra le mura amiche i Sixers avranno la possibilità di chiudere i conti e conquistare le Semifinali di Conference.
Con questo Embiid non sembra un’impresa complicata.