In quel di Denver, la sconfitta in gara-7 contro i Portland Trail Blazers brucia ancora, soprattutto per le dinamiche con cui si è sviluppata: i Nuggets in vantaggio per lunghi tratti della partita e i Blazers protagonisti di una feroce rimonta. A mente fredda, però, questa dolorosa eliminazione potrebbe rivelarsi ‘salutare’, una tappa necessaria nel percorso di maturazione della squadra. I Nuggets erano la franchigia più giovane di questi playoff (ma anche dell’intera stagione NBA). Tra gli uomini di Mike Malone, solo Paul Millsap, Mason Plumlee e Will Barton avevano una significativa esperienza in post-season (ci sarebbe anche Isaiah Thomas, che però è da tempo fuori dalle rotazioni). Il resto del gruppo stava dando i primi battiti d’ala in un cielo tempestoso e ricco di predatori. In questi playoff si è vista una squadra entusiasta, coraggiosa, a tratti incosciente e sfrontata. Contro dei San Antonio Spurs in evidente difficoltà, la maggiore freschezza ed energia dei Nuggets ha permesso loro di prevalere ma al cospetto dei Blazers, animati da una perenne voglia di riscatto, l’inesperienza si è fatta sentire, specialmente in una gara-7 che, a metà del secondo quarto, sembrava già indirizzata verso il Colorado. Portland raggiunge una storica finale di Conference che, probabilmente, verrà ricordata come il punto più alto dell’era Damian Lillard – C.J. McCollum. I Nuggets, invece, si leccano le ferite e riflettono sui loro errori. Il risultato di domenica sera non si deve però considerare un fallimento, bensì un passaggio obbligato.

Il nuovo ciclo di Denver è iniziato dopo la precedente apparizione in post-season (2013), quando la splendida formazione di George Karl era stata eliminata al primo turno dagli emergenti Golden State Warriors. La ricostruzione è stata tutto sommato rapida, e ha proceduto per gradi. Prima sono stati scelti al draft i futuri pilastri della squadra (Nikola Jokic, Gary Harris, Jamal Murray e Malik Beasley), poi sono stati fatti crescere, ‘sacrificando’ gli elementi che avrebbero potuto togliere loro il giusto spazio (da Emmanuel Mudiay a Jusuf Nurkic). In questa fase, i Nuggets si sono sempre ‘tenuti a galla’ nell’agguerrita Western Conference, gravitando stabilmente tra il nono e il dodicesimo posto. La stagione 2017/18 è stata quella decisiva per la crescita del gruppo, con i playoff sfumati solamente dopo il simil-spareggio con Minnesota. Anche allora si trattava di una sconfitta bruciante ma, a posteriori, necessaria. Un anno dopo, i T’Wolves sono già in vacanza da un pezzo e con un futuro più incerto che mai, mentre Denver chiude a testa alta la stagione della consacrazione. La consacrazione di Jokic come All-Star e candidato MVP, pur con molte lacune ancora da colmare, ma anche quella di Murray, straordinaria macchina da canestri e glaciale come un veterano (malgrado i suoi 22 anni) nei momenti decisivi, di Harris, two-way-playersempre più affidabile, e di Beasley, sorprendentemente efficace in uscita dalla panchina. Più in generale, il secondo piazzamento a Ovest e la semifinale di Conference raggiunta quest’anno sono la consacrazione di una squadra che ha intenzione di far parlare tanto di sé, nell’immediato futuro.
Sebbene il ‘rischio-meteora’ non si possa mai escludere a priori, nel caso dei Nuggets ci sono tutti i presupposti affinché questo sia solo l’inizio di una grande avventura. I giocatori chiave sono giovanissimi e con ampi margini di crescita, e a loro potrebbe aggiungersi Michael Porter Jr., grande promessa liceale ferma da oltre un anno a causa di seri problemi alla schiena. Il fatto che Monte Morris e Torrey Craig, imprescindibili elementi del ‘supporting cast’, siano a libro paga per soli 3,5 milioni di dollari nel 2019/20 garantisce inoltre lo spazio necessario per qualche preziosa aggiunta a un roster già solido e collaudato. E poi c’è sempre da considerare il fattore-Warriors; se davvero lo squadrone della Baia venisse smantellato, la lotta per il dominio dell’Ovest diverrebbe più aperta che mai. Ed è facile scommettere che, tra le principali pretendenti al trono, troveremmo ancora i Denver Nuggets.