New York è la piazza più ricca dell’NBA; secondo Forbes i Knicks, che da ben sei anni non vedono i Playoffs, sono al primo posto e valgono 4 miliardi di dollari, ben più dei Warriors, dominatori degli ultimi anni, e più del doppio dei Raptors, freschi vincitori; mentre i Nets, nonostante si siano trasferiti da soli 15 anni e siano la seconda squadra su piazza, valgono 2.4 miliardi, sono sesti ed in continua crescita.
Il bacino di utenza e l’appeal della “Grande Mela”, con il suo seguito planetario, rendono la piazza particolarmente attraente per i giocatori che vogliono valorizzare la propria immagine ed aggiungere ricavi e visibilità extra-cestistica, anche in vista di un futuro lontano dal parquet.
Chiaro che i campioni, se le condizioni tecniche lo permettono, tendano a scegliere le piazze più importanti, e come LeBron James ha scelto Los Angeles, è forte la capacità di attrazione di New York.
E per quest’estate le squadre della Grande Mela si sono attrezzate al meglio per dare la caccia ai tanti campioni disponibili a fine contratto, come Kevin Durant, Kawhi Leonard, Kyrie Irving, Klay Thompson, e altri che dal 1° Luglio potranno scegliere la propria destinazione.
I Nets hanno un buon nucleo di giovani e, dopo la trade che ha spedito Allen Crabbe ad Atlanta hanno spazio per poter firmare due star al massimo salariale, sempre che rinuncino al rinnovo del play D’Angelo Russell in scadenza del contratto rookie.
Insistenti sono le voci che danno Kyrie Irving, in uscita da Boston, molto vicino a Brooklyn, voci corroborate dal cambio di agente proprio alla vigilia della Free Agency con l’entrata nella scuderiala Roc Nation del rapper Jay-Z, marito di Beyoncè, già socio di minoranza nonché tifosissimo proprio dei Nets.
Altrettanto insistenti sono le voci di contatti tra “Uncle Drew” e Kevin Durant per ritrovarsi insieme il prossimo anno; un bel programmino per diventare immediatamente una delle più serie pretendenti al titolo.
Ma a scombussolare i piani, c’è stato l’infortunio al tendine d’Achille di Kevin Durant, sofferto in Gara 5 della Finale a Toronto, che rischia di fargli perdere la prossima stagione, e che potrebbero portarlo ad esercitare l’opzione per rimanere ai Warriors, in attesa del pieno recupero. A questo punto non è detto che Irving rinunci ai maggiori dollari che Boston può garantirgli in fase di rinnovo, per andare a giocare a Brooklyn con un gruppo di giovani certamente non superiori a quelli dei Celtics e senza la possibilità di avere accanto un’altra stella della grandezza di Kevin Durant; inoltre a quel punto Sean Marks, difficilmente lascerà scappare D’Angelo Russell, che ha caratteristiche tecniche assai simili a Irving.
Situazione simile a Manhattan, ma più complicata per la povertà del roster; i Knicks come i Nets hanno liberato lo spazio salariale sacrificando a febbraio Kristaps Porzingis, e scaricando i contratti di Tim Hardaway e Courtney Lee, hanno un buon prospetto in Dennis Smith Jr. e la pick numero 3 al prossimo Draft. L’obiettivo è quello di sommare due free agent e tentare di prendere Anthony Davis via trade, sacrificando Smith e la pick numero 3, ma le probabilità di successo sono minime.
Sebbene “Unibrow” abbia fatto capire tramite il suo agente Rich Paul, che i Knicks siano una delle due destinazioni a lui più gradite (l’altra sono i Lakers), il GM Steve Miller dovrà fare i salti mortali per mettere insieme un pacchetto interessante per convincere David Griffin, GM di New Orleans, che soprattutto da Celtics e Lakers può ottenere molto di più. Inoltre dopo il successo di Toronto con Kawhi Leonard e di Oklahoma City con Paul George, il fatto che il contratto di Davis sia in scadenza il prossimo anno e che l’agente dell’atleta indichi delle preferenze per alcune franchigie, dichiarando che chi lo prenderà rischia seriamente di perderlo il prossimo anno, non spaventa più di tanto i potenziali acquirenti.
Difficile anche l’attività in Free Agency, le stelle disponibili sul mercato, non pare abbiano come prima scelta i Knicks; Kawhi Leonard sembra maggiormente attratto da Los Angeles o dalla conferma a Toronto, soprattutto dopo la splendida corsa verso il titolo, mentre Irving come si diceva preferirebbe Brooklyn, Kevin Durant rischia di stare fermo un anno ed allora forse Steve Miller dovrà accontentarsi di un “Piano B” che potrebbe essere quello di valorizzare i giovani e creare un gruppo meglio “spendibile” in futuro, con il rimpianto peraltro di aver già dovuto rinunciare a Porzingis.
Chiaro che i sogni di gloria sarebbero rimandati e la carestia di risultati al Madison Square Garden prolungata, ma mantenendo lo spazio salariale per la Free Agency 2020 si potrà tentare un attacco a Anthony Davis in scadenza e, perché no, a Kevin Durant, che dopo l’infortunio probabilmente rimarrà ai Warriors ancora un anno per ripresentarsi sul mercato l’anno prossimo.