Periodo di turbolenze nel mondo Nba. Dopo il terremoto con epicentro in California che ha interrotto l’attesa sfida di Summer League tra gli ex compagni a Duke Zion Williamson e RJ Barrett e soprattutto “the decision” che ha portato Kawhi Leonard ai Los Angeles Clippers insieme a Paul George ed a diversi sconquassi nel resto della lega, sempre più franchigie sono vittime della volubilità dei propri fenomeni e devono ricostruire sulle macerie delle loro precedenti scelte. Una di queste squadre sono i Boston Celtics che hanno dovuto rinunciare a Kyrie Irving, sbarcato a Brooklyn e sostituito da Kemba Walker, ma anche ad Al Horford, giocatore imprescindibile nello scacchiere di Stevens. Per mettere una pezza alla grave perdita il front office dei Celtics è corso ai ripari firmando il turco Enes Kanter, riconfermando il tedesco Daniel Thies e completando il trio di lunghi di stampo Europeo con il 25enne Vincent Poirier, sconosciuto ai più, ma non agli appassionati di Eurolega. Il 2.13 francese, esploso nelle ultimi due stagioni al Baskonia, ha giocato un’ ultima stagione di Eurolega davvero entusiasmante. Le sue statistiche finali parlano di quasi 12 punti a partita con il 61,7 % dal campo e 8,3 rimbalzi di media di cui ben 3,4 offensivi (5,3 sui 40 minuti): miglior rimbalzista della competizione e tra i top 10 nella speciale classifica degli stoppatori. La serie di playoff persa dal Baskonia contro il Cska è stata una consacrazione per Vincent. In quattro partite ha portato le sue medie a 16,5 punti, 10 rimbalzi e quasi 2 recuperi con un irreale 78.8% dal campo impressionando gli osservatori dei Celtics che già da aprile avevano iniziato a visionarlo con estremo interesse. In un primo momento Poirier non sembrava disposto a fare il grande salto. Troppa la voglia di giocare ed il rischio di finire in fondo ad un panchina Nba non era il massimo delle sue ambizioni. L’evoluzione del mercato della franchigia più titolata d’America però, ha cambiato le carte in tavole. Stevens dispone di 4 lunghi di ruolo, Kanter, Theis, Poirier e Robert Williams (con Yabusele che pare tagliato fuori dalle rotazioni) ed il francese sembra poter addirittura avere le possibilità di partire in quintetto, visto che i punti di Kanter potrebbero servire per aumentare il fatturato di una panchina impoverita dalle numerose partenze. Sia chiaro, Poirier non è il classico lungo moderno che apre il campo con il tiro da fuori. In tutta la stagione non ha effettuato un solo tentativo da oltre l’arco ed anche il tiro dalla media non è proprio la specialità della casa. Oltre al rimbalzo, le sue qualità migliori sono la difesa, la capacità di coprire il campo molto rapidamente chiudendo al ferro in transizione e lo “screen and roll”, chiuso spesso con roboanti schiacciate o alley oop. In un ipotetico quintetto con Walker, Brown, Hayward e Tatum, potrebbe essere più funzionale di Kanter a livello di equilibri e di caratteristiche tecniche. La cosa importante è che Poirier si potrà giocare le sue possibilità nella pre-season alla pari con i compagni di ruolo ed è questo che ha fatto propendere il francese ad accettare la scommessa. A vederlo con tutti quei tatuaggi, i piercing e quella espressione minacciosa, potrebbe incutere addirittura un certo timore, ma è lui stesso ad affermare di essere la persona più semplice e tranquilla del mondo. L’unica cosa che lo gasava parecchio era il calore del pubblico di Vitoria e scegliendo i Celtics sicuramente troverà la stessa passione ed entusiasmo che lo ha circondato nei Paesi Baschi. Chissà che il Garden non abbia trovato un nuovo beniamino, quel che è certo è che Poirier si troverà nelle condizioni ideali per poter continuare la crescita iniziata in Spagna e nel più prestigioso palcoscenico europeo.