Il 2018/19 di Bradley Beal è stato da antologia: è diventato il leader della squadra, superando nelle gerarchie l’infortunato John Wall; ha disputato l’All Star Game; ha chiuso la stagione a 25 punti, 5 rimbalzi e 5 assists di media, entrando nella ristretta cerchia degli under 25 capaci di questo prestigioso traguardo statistico.
Eppure, malgrado lo status, il giocatore originario di Saint Louis è molto titubante nel firmare il rinnovo contrattuale. La cifra offerta è il massimo contrattuale (111 milioni di dollari per tre anni, 37 a stagione), ma non è sufficiente a sciogliere le riserve di Beal.
Un tergiversare con alla base tre spiegazioni. La prima è finanziaria: aspettando la prossima estate, Beal potrebbe firmare a una cifra superiore (154 milioni per quattro anni) e, in caso ottenga la nomina in uno dei tre quintetti All-NBA, sarebbe eleggibile per il “Super Max”, ovvero la bellezza di 253 milioni. Una differenza abissale, non c’è che dire, ma non è solo una questione di soldi.
Una seconda motivazione affonda le radici nelle condizioni attuali dei Wizards. Solo due anni fa, Washington arrivò a un passo dalla Finale della Eastern Conference, stoppati in gara 7 dai Celtics di Isaiah Thomas (nuovo arrivo nella Capitale); da allora, complice la delicata situazione finanziaria, il management ha ceduto Otto Porter Jr, Markieff Morris, Kelly Oubre e Marcin Gortat, in poche parole il nucleo fondante della squadra capace di vincere 49 partite nel 2017. I primi effetti si sono avuti nello scorso campionato, ma il record di 32-50 potrebbe essere una costante dei prossimi anni considerando il grave infortunio patito da Wall.
Ultimo freno, il rapporto tra Wall e Beal. Più volte sono stati riferiti screzi tra le due stelle, la freddezza nelle loro relazioni pone un problema serio sulla convivenza tra le due anime del back court. Ma, se fino allo scorso anno, l’ex Kentucky era il leader riconosciuto dall’ambiente e dai compagni, le cose stanno cambiando e il rendimento di Beal nell’ultimo campionato (oltre 28 punti di media nelle partite senza Wall) stanno facendo pendere l’ago della bilancia dalla sua parte. Wall accetterà di diventare il “secondo violino”?
Le domande a cui Bradley deve rispondere sono molteplici e andranno a decidere il proseguo della sua carriera. Ted Leonsis, il proprietario dei Wizards, ha proposto il rinnovo contrattuale per confermargli la fiducia e scongiurare i “cattivi pensieri” che una stagione come quella passata può far affiorare nella testa di un campione ricercato come Beal.
Ecco, quindi, che iniziano a circolare notizie, più o meno fondate, sulle probabili pretendenti. Quando un giocatore del calibro di Beal si rende disponibile ogni G.M. della lega si interessa, ma possiamo individuare tre destinazioni principali: Miami, Denver e Boston.
Miami ha messo a segno un colpo importante con Jimmy Butler, e non vede l’ora di consegnare a coach Eric Spoelstra un altro talento per ritornare ai vertici della NBA. Niente di meglio di Beal, giovane, tiratore e in crescita. Il problema è la contropartita perché i Wizards chiedono molto per separarsi dal loro nuovo leader. Un’ipotesi sarebbe impacchettare Goran Dragic, Bam Adebayo e il “rookie” Tyler Herro, ma Pat Riley sembra riluttante all’idea di separarsi da Adebayo, il centro in rampa di lancio.
Altra pretendente è rappresentata da Denver. Con i Warriors tornati “umani” dopo l’addio di Kevin Durant, i Nuggets sono una delle squadre meglio attrezzate per arrivare ai vertici della Western Conference. Il rinnovo di Jamal Murray (170 milioni per 5 anni, a partire dal 2020/21) e la presenza di tanti giovani interessanti che, prima o poi, richiederanno spazio e denaro, pongono il management nella condizione di agire prima che la flessibilità del Cap sia compromessa. Michael Porter Jr (infortunato ma molto talentuoso) e Gary Harris sarebbero la più probabile contropartita per convincere i Wizards.
“Last but not the least”, i Boston Celtics. La squadra è reduce da una stagione e un’estate travagliata: l’insuccesso ai Playoffs, la dolorosa separazione da Kyrie Irving, la sua sostituzione con Kemba Walker, le velate accuse di “tampering” legate all’addio di Al Horford. Danny Ainge potrebbe decidere di premere il grilletto e sacrificare Jaylen Brown (in scadenza di contratto nel 2020) e Marcus Smart (o Gordon Hayward). Una contropartita importante, ma non così esagerata se si pensa che Beal è un All Star di soli 26 anni, e andrebbe a comporre un trio d’esterni eccezionale con Walker e Jayson Tatum. Proprio Tatum sarebbe uno dei più contenti perché Bradley è stato il suo mentore cestistico quando era un imberbe teen-ager a Saint Louis.
Manca ancora molto all’inizio del campionato, i Wizards hanno tutto il tempo necessario per dirimere la questione (il contratto in essere scadrà nel 2021), ma ogni mese di attesa può tramutarsi nella perdita di leva contrattuale in un’eventuale trattativa per la cessione.
Chissà che l’estate non ci riservi un altro scossone dopo quelli della free agency….