La nuova Openjobmetis Varese di Attolio Caja, tira le somme di questa prima fase precampionato al ritorno dal Valtellina Circuit di Bormio (storico appuntamento estivo di richiamo per squadre di tutta Europa ma ormai snobbato dalle italiane), tra molti sorrisi e qualche paura per il suo centro Jeremy Simmons, sin qui uno dei migliori, che nell’ultima gara contro Enisey, in un contrasto di gioco, ha riportato un infortunio al flessore della gamba destra: da valutare anche se lo stesso americano in serata rassicurava sulle sue condizioni; infortunio che ha però permesso, vista l’emergenza, di assaggiare il nuovo acquisto Jacovics, pochi minuti al servizio dei compagni lasciando intravedere buona visione di gioco.
A livello di collettivo già si vede il segno dell’Artiglio, con una difesa grintosa anche se alternata a fisiologici ritardi o svarioni, Peak su tutti, dovuti sia alla mentalità in fase di costruzione, che ad una condizione fisica via via in divenire, in cui il più indietro è sicuramente Tepic: l’ala serba, fermo per alcuni giorni ad inizio preparazione, è quello con meno autonomia, ma ciò non preoccupa, visto il tempo per lavorare che non manca oltre alla indole di ottimo faticatore dello stesso Milenko.
Nella metà campo offensiva le cose girano decisamente meglio: malgrado le palle perse rivedibili, bacchettate puntualmente dal coach pavese, la manovra è già fluida e permette buone costruzioni di gioco finalizzate sia dal perimetro con le triple soprattutto di Mayo, Tambone e Vene, che interne con l’estone e Simmons, ma ciò che maggiormente salta all’occhio è la sicurezza con cui Mayo ha già in mano la bacchetta di direttore d’orchestra.
“Finalmente abbiamo un play” sentenziava un anziano signore sulle tribune del Pentagono, certamente ne avrà visti tanti nella storia varesina, per cui non abbiamo motivo di dubitare che il play ex Bonn, in comune con il suo predecessore Moore abbia solo la taglia fisica, per tutto il resto l’upgrade è evidente.
Chi si sta facendo apprezzare ed amare già dalle prime uscite è Luca Gandini; il centro pescato dalla A2, conscio di giocarsi una grande chance a 34 anni, sfodera sempre un encomiabile impegno, culminato nella gara di domenica con Enisey, 10 punti ed altrettanti rimbalzi con Simmons ai box. Certo, i limiti si vedono e non possono essere un alibi, ragion per cui Caja non gli lascia passare un spillo per portare il centro triestino a reggere il salto di categoria, a costo ( permetteteci la battuta) di farlo diventare il nuovo Avramovic, nel senso di bersaglio preferito degli strali del coach, ma gli applausi sinceri del pubblico di Bormio sottolineano l’apprezzamento per il suo spirito combativo.
Per dovere di cronaca la prima fatica si è conclusa con il successo 61-47 su un Galatasaray per nulla trascendentale (Simmons 19), maiuscola la gara del giorno successivo contro i vice campioni d’Europa dell’Efes, cui i biancorossi cedono 66-77 (Simmons 15 contro un certo Dunston, Vene 10) solo nell’ultimo quarto in evidente debito d’ossigeno quando i turchi hanno alzato il ritmo, per finire con la vittoria 79-74 con l’Enisey Krasnojarsk, con 5 varesini in doppia cifra ed una lucida gestione degli ultimi possessi, risolta con i decisivi viaggi in lunetta di Mayo e Gandini.
Ora la squadra rientra a Varese per continuare un precampionato itinerante in cui migliorare sempre più la condizione ed inserire il nuovo acquisto Ingus Jakovics, per essere pronti all’avvio del campionato previsto per il 26 settembre contro la Dinamo Sassari dell’ex Pozzecco, oltre a lavorare per recuperare la guardia titolare Jason Clark, ma gli applausi convinti ricevuti in Valtellina fanno capire alla Caja band di essere sulla strada giusta, ovvero quella che il pubblico varesino si aspetta la squadra percorra.
Luciano Chiesa