GRUPPO I
POLONIA VS ARGENTINA 65-91 (14-20; 13-22; 14-28; 24-21)
L’Argentina demolisce la Polonia nello scontro per il vertice della classifica, conquistando così la prima posizione con una prestazione che non lascia spazio a dubbi (5 partite giocate e 5 vittorie). Bastano 20 minuti di alto livello ai ragazzi di coach Sergio Hernandez per mettere le cose in chiaro, con l’Albiceleste che all’intervallo vanta già 15 punti di vantaggio. Divario che aumenta nella terza frazione di gioco, con la Polonia mai in grado di trovare delle contromisure al gioco argentino e di esprimere il proprio piano partita (troppe le 23 palle perse e gli errori dalla lunga distanza, 7/24). Da evidenziare la buona prestazione collettiva dell’Argentina, che ha messo a referto ben 24 assist e ha tirato con il 54% dal campo.
Polonia: Slaughter 16, Gruszecki 11, Sokolowski 9. Rimbalzi: Hrycaniuk 6, Gruszecki 5. Assist: Koszarek 5.
Argentina: Scola 21, Delia 12, Brussino 10. Rimbalzi: Scola 6, Fjellerup 6. Assist: Laprovittola 7, Campazzo 6.
VENEZUELA VS RUSSIA 60-69 (10-13; 17-14; 15-21; 18-21)
Nell’altra sfida del girone la Russia supera il Venezuela e chiude al terzo posto. Partita molto equilibrata e caratterizzata da basse percentuali, con le due nazionali che arrivano a pari punti alla pausa lunga. Nella ripresa la Russia riesce a fare un piccolo bottino di vantaggio e a mantenerlo fino alla fine, respingendo ogni tentativo di riavvicinamento da parte degli avversari, ai quali non basta la doppia-doppia di Michael Carrera per evitare l’ultimo posto.
Venezuela: Carrera 19, Zamora 13, Guillent 7. Rimbalzi: Carrera 10, Bethelmy 6. Assist: Guillent 5.
Russia: Vorontsevich 17, Motovilov 12, Kurbanov 12. Rimbalzi: Vorontsevich 9, Kurbanov 8. Assist: Vorontsevich 4.
GRUPPO J
SPAGNA VS SERBIA 81-69 (13-20; 32-17; 22-19; 14-13)
Il nostro girone viene vinto dalla Spagna, che scaccia i brutti ricordi (nonostante la vittoria) della partita contro gli azzurri e si impone con una buona prestazione su una Serbia apparsa sottotono e nervosa. Dopo l’ormai usuale lento avvio di partita, i giocatori allenati da Sergio Scariolo piano piano impongono il proprio gioco e il proprio piano partita, cercando una varietà di soluzioni e affidandosi ad un Ricky Rubio particolarmente brillante. La Serbia fa fatica a macinare gioco e incontra grandi difficoltà nel tiro da fuori e nel gioco sotto le plance, arrivando così sotto di 8 lunghezze a metà partita. La terza frazione di gioco si divide in due: nella prima parte la Spagna sfrutta una situazione di blackout serba (Jokic espulso dopo un antisportivo e un tecnico, il tutto in due minuti) e allunga fino al +21; nella seconda parte la nazionale di Sasha Djordjevic trova un’inaspettata reazione e si affaccia agli ultimi 10 minuti di gioco sul -11. Il quarto periodo è un costante tira e molla; le squadre appaiono stanche, sono molti i tiri sbagliati e le scelte rivedibili, e il divario oscilla tra le 9 e le 12 lunghezze. Serbia mai in grado di ricucire lo strappo, Spagna che si limita a controllare senza dare il colpo di grazia. Il canestro da sotto sbagliato da Rauljca con meno di 90 secondi da giocare recita la fine delle ostilità serbe. Una difesa troppo permissiva (45 punti sono il massimo di punti segnati nella prima metà di gara dalla Spagna in questo mondiale) e un Bogdanovic “solo sull’isola” (primo giocatore serbo dal 2006, Darko Milicic, a finire con 20+ punti e 10+ rimbalzi, e secondo giocatore dal 1994, Yao Ming, a chiudere con 25+ punti, 10+ rimbalzi e 5+ assist in una partita dei mondiali) non potevano di certo portare lontano.
Spagna: Rubio 19, Claver 14, Gasol 11, Llull 9. Rimbalzi: Claver 7, Gasol 6. Assist: Gasol 6, Rubio 4.
Serbia: Bogdanovic 26, Lucic 8, Raduljca 7, Milutinov 7. Rimbalzi: Bogdanovic 10. Assist: Bogdanovic 6.