Domande secche.
Gli sportivi sono più violenti dei non atleti? Può lo sport essere un incentivo all’aumento dell’aggressività e spingere dunque un individuo ad atti di violenza nei confronti delle donne?
Gli scienziati non hanno ancora trovato una risposta definitiva, ma un articolo di Dave Smith e Sally Stewart (Sexual Aggression and Sport Participation, University of Liverpool), può tracciare una interessante linea di prospettiva:
“I risultati mostrano che individui maschi molto competitivi ed orientati alla vittoria tendono ad avere comportamenti violenti nella sfera sessuale.” Più si vuole dominare l’avversario, più c’è il rischio che si voglia dominare una donna, dunque. Tuttavia, poco più avanti si precisa che: “…le nostre ricerche non supportano l’ipotesi che gli atleti di sport di contatto siano più sessualmente aggressivi rispetto agli atleti che praticano sport non di contatto o rispetto ai non atleti.” Si chiarisce infatti che l’esposizione mediatica di un atto di violenza perpetrato da una persona famosa viene percepito in maniera del tutto diversa rispetto ad uno stesso atto, qualora compiuto da uno “sconosciuto”. Non reagiamo da analfabeti funzionali, in parole povere.
I dati scientifici sembrano dunque sollevare lo sport dalla pesantissima accusa di fungere da propulsore all’aggressività anche fuori dal campo di gioco (e di conseguenza nei rapporti interpersonali e di natura sessuale); ad ogni modo, soprattutto per quello che riguarda i giovani, l’attenzione deve convergere sul creare una mentalità vincente sana, lontana dal mero desiderio di annientare fisicamente e psicologicamente l’avversario e lontana da un pericoloso macismo che – quello sì – può danneggiare la vita privata di chi sceglie di instaurare un rapporto amoroso con uno sportivo.
Rajone