La sconfitta alla Chesapeake Energy Arena ci poteva pure stare, considerando gli stop di Willie Cauley-Stein e Kevin Looney, e in generale le difficoltà mostrate dai Golden State Warriors nella partita d’esordio contro i Clippers (e i 141 punti subiti in quell’occasione). Ma che il KO assumesse i contorni di una mezza catastrofe non se lo aspettava nessuno: nessun segno di reazione, sotto nel punteggio praticamente fin da subito, 37 a 70 a metà gara, D’Angelo Russell espulso per reiterate proteste…
Una difesa ben lontana da quella alla quale erano abituati sulla Baia, se è vero che dopo tre quarti di gioco i Thunder facevano registrare il 60% al tiro da due punti ed il 50% da tre, mentre i Warriors sparacchiavano allegramente a salve, con il solo Stephen Curry a tenere in piedi la baracca.
Coach Steve Kerr ha provato a rovistare in panchina, alla ricerca di qualcuno che volesse assurgere a “eroe” per la sua squadra, ma praticamente tutti hanno fallito l’esame: Jordan Poole 1 su 9 al tiro, Glenn Robinson 1 su 7, D’Angelo Russell 3 su 10, Omari Spellman 4 su 10…un disastro.
E’ chiaro che nel momento in cui potranno rientrare Cauley-Stein (fermo ormai da un mese) e Looney le cose miglioreranno soprattutto nella difesa vicino a canestro, ma al momento lo “scollamento” dei Warriors lascia perplessi soprattutto considerando la presenza di due leader carismatici come Curry e Draymond Green che non sembrano aver acceso l’animo dei più giovani compagni di squadra.
Per la cronaca, dopo un lunghissimo “garbage time”, nel finale Golden State è riuscita a “rosicchiare” parte dello svantaggio e la gara è terminata col punteggio di 120 a 92, con Danilo Gallinari a quota 21 (in 22 minuti), Dennis Schröder a 22 (in 25′) e l’interessante Shai Gilgeous-Alexander a 19. Per Golden State, come detto, solo Curry a difendere la bandiera: 23 punti, 8 rimbalzi e 5 assist.