Partita di cartello al TD Garden di Boston: i Celtics mirano a proporsi come “dark horse” nella corsa per la Eastern Conference, i Bucks invece vogliono tornare alla vittoria dopo l’inattesa sconfitta contro i Miami Heat.
Gli ospiti approfittano dell’assenza di Jaylen Brown (influenzato) per schiacciare subito il pedale a tavoletta e i Celtics pensano di potersela giocare ad alto ritmo, ma la realtà è una doccia fredda per la truppa di Stevens: Milwaukee se ne va grazie ad una panchina decisamente quadrata (15 punti in 4 minuti e rotti) e crea il primo strappo, 34 a 19 al primo mini-intervallo. Comincia il secondo quarto e la difesa di Boston rimane assente ingiustificata, con un gioco da quattro punti di Kyle Korver su un’ingenuità di Brad Wanamaker, il tabellone dice 40 a 21, impietosamente.
I Celtics provano a mescolare i quintetti alla ricerca della felicità, i Bucks sembrano sempre trovare le giuste contromisure per rintuzzare i tentativi avversari di regalare ai tifosi della Baia una partita vera. Ogni volta che coach Brad Stevens si volge verso la panchina per trovare qualche alternativa le sue attese rimangono frustrate, ma del resto è il prezzo da pagare allo svecchiamento del roster e alla presenza di tanti giovani. E poi non è che il quintetto di partenza stia scintillando: se si eccettua un ottimo Marcus Smart (11 punti con 3 su 6 dalla distanza), il resto fa più o meno a pugni col canestro (Gordon Hayward 2 su 8, Jayson Tatum 2 su 10). Anche con un Giannis Antetokounmpo relativamente tranquillo alla voce punti segnati (6, ma 9 rimbalzi nella prima metà di gara) i Bucks mantengono il vantaggio e vanno alla pausa lunga sul +16 (58 a 42) grazie al contributo di Ersan Ilyasova (7 punti) e Khris Middleton (9). Non un gran primo tempo per i padroni di casa che, se nel secondo quarto sono riusciti a “registrare” la difesa, continuano decisamente a far fatica in attacco (35% nel tiro da 2, 31% da tre).
E’ evidente che a decidere la gara sarà il modo in cui le due squadre affronteranno la ripresa delle ostilità: se Boston metterà sul piatto la sua difesa e migliorerà le percentuali in attacco potrà riaprire la sfida, viceversa se i Bucks riusciranno a spingere la gara sullo stesso binario dei primi due quarti chiuderanno la finestra al rientro degli avversari. E il terzo quarto inizia con il risveglio dei due “grandi assenti” del primo tempo, Jayson Tatum e Gordon Hayward. Prima lentamente, poi sempre più forte, in un crescendo che esalta i tifosi bostoniani i Celtics recuperano e mettono la freccia con 11 punti di Tatum e 10 di Hayward, in un terzo quarto da 38 a 18 che è già eloquente solo sotto il punto di vista numerico.
Boston inizia l’ultima “stanza” col naso avanti, 80 a 76, ma è conscia di non poter abbassare la guardia e le percentuali. Ha però trovato il ritmo giusto, è “fastidiosa” in difesa e mortifera in contropiede. Nonostante soffrano i contatti dei Bucks che ovviamente provano a far sentire il loro maggior peso, i Celtics riescono a trovare gli “stop” difensivi che innescano il contropiede, e una volta in campo aperto Hayward e Tatum continuano a fare male. I biancoverdi volano sul +11, 91 a 80 quando sul cronometro mancano 7 minuti da giocare. Il parziale del secondo tempo dice 49 a 22 Boston, e per gli ospiti le cose si complicano. Coach Mike Budenholzer chiama timeout per riprendere un Antetokounmpo svagato, Milwaukee si aggrappa a un fenomenale Khris Middleton che tiene aperta la gara. Quando Kemba Walker infila due triple per il 104 a 92 il traguardo per Boston si avvicina.
Smart prova a interrompere il “ritmo” dei suoi facendosi fischiare un fallo tecnico e Antetokounmpo prova a provocarlo…la partita però è già decisa, la “corrida” finale non cambia il risultato e soprattutto la vittoria di carattere dei Boston Celtics ed il preoccupante calo dei Milwaukee Bucks.
Finisce 116 a 105, 31 punti per Kemba Walker, 25 per Jayson Tatum e 21 + 10 rimbalzi e 7 assist per un sontuoso Gordon Hayward; per gli sconfitti 26 punti per Middleton e 22 con 14 rimbalzi per Antetokounmpo nonostante una gara meno brillante di quanto ci si aspettasse.