116 – 105, così recitava il tabellone del TD Garden al termine della partita tra Boston Celtics e Milwaukee Bucks. Un risultato che neanche il più sfegatato tifoso dei Celtics – un mix tra Tom Heinsohn e Mark Wahlberg – avrebbe potuto sognare quando le squadre si sono dirette negli spogliatori sul punteggio di 58-42 per gli ospiti. I Celtics nel secondo tempo hanno schiantato i “Cerbiatti” con un parziale di 74 – 47 che lascia poco spazio ai sofismi. Troppo intensi, troppo vogliosi di vendicare la deludente uscita ai Playoffs dello scorso anno, anche per Giannis e compagni.
I titoli e le attenzioni sono state per Jayson Tatum, autore di 25 punti chirurgici, per l’elegante Gordon Hayward che ha chiuso a 21 punti, 10 rimbalzi e 7 assists e per il combattivo Marcus Smart che ha riversato sul campo la consueta energia (ma anche segnato 5 triple importantissime). Però, scorrendo il tabellino si nota come il miglior marcatore sia Kemba Walker: 32 punti, sobri e silenziosi, proprio quelli che servono a una squadra equilibrata come i Celtics.
Non era facile calarsi nella realtà di Boston, una piazza di per sé esigente e ancor di più se arrivi per prendere il posto di Kyrie Irving, il giocatore che era arrivato per far compiere alla squadra il passo decisivo per diventare “contender”, ma che ha deluso il pubblico come pochi altri beniamini prima di lui.
In questo panorama, Kemba ha saputo integrarsi perfettamente: è entrato in punta di piedi senza far pesare le tre convocazioni alla “Partita delle Stelle”, ha stupito tutti – dal coaching staff, ai compagni – per l’umiltà e la disponibilità, non ha preteso eccesive responsabilità in campo, mettendosi a disposizione del disegno tecnico di Brad Stevens.
I risultati per adesso lo premiano: dopo l’amaro esordio a Philadelphia, in cui ha pagato l’emozione della nuova maglia dopo ben otto anni spesi in North Carolina, Walker è tornato il giocatore che Danny Ainge ha scelto per guidare i nuovi Celtics. A New York ha fatto impazzire i suoi familiari accorsi dal Bronx affossando i Knicks con 32 punti e un sontuoso 7/12 dall’arco, due giorni fa l’apoteosi della rimonta casalinga contro i Bucks.
Nelle partite successive alla disfatta del Wells Fargo, l’ex UConn sta viaggiando a 29,75 punti di media e un “discreto” 40 % da tre punti.
A Boston si respira un’atmosfera nuova, l’ambiente è completamente diverso rispetto a quello dimesso della scorsa stagione, e la squadra ha un’enorme voglia di rivalsa dopo il deludente epilogo del campionato 2018/19. Kemba, in tutto questo, sembra proprio l’ingrediente giusto: un All Star ma senza quella considerazione mediatica riservata ai vari James Harden, Steph Curry, Kawhi Leonard, e quindi l’ideale per amalgamare i nuovi Celtics e crescere assieme ai tanti giovani.
Il record attuale è 4-1, anche se il campionato è appena iniziato Stevens e Ainge sono felici di aver scelto Kemba, il leader e il killer silenzioso di Boston.