Altra notte amara per i Boston Celtics, sconfitti a Denver ma soprattutto colpiti nuovamente dallo stigma degli infortuni. Nel corso del secondo quarto della sfida contro i Nuggets, Kemba Walker ha subìto un colpo alla testa in uno sfortunato scontro di gioco col compagno Semi Ojeleye, ed è stato trasportato in ambulanza al più vicino ospedale dove per fortuna non sono state diagnosticate fratture. Nonostante l’atleta sia riuscito a ricongiungersi ai compagni e a salire sull’aereo che riportava a Boston il gruppo, sarà necessario sottoporlo ad ulteriori esami e al protocollo per la commozione cerebrale e non è ancora chiaro quali saranno i tempi di recupero.
Il protocollo NBA prevede che un atleta non possa tornare in campo fino a quando:
- a riposo non risente degli effetti della commozione
- ha superato una prima visita medica
- ha completato i test “return to participation” (cyclette, jogging e esercizi “no contact”)
- un medico di squadra si è consultato col Direttore del Programma Commozioni Cerebrali dell’NBA
Un’ultima visita prevede che il medico della squadra dia l’ok, a quel punto il giocatore può riprendere la pratica agonistica.
Quello di Denver è l’ennesimo “colpo basso” patito negli ultimi anni dai biancoverdi che sembrano avere un conto aperto con la sfortuna. Eppure nei loro primi quarant’anni i Celtics sono stati baciati da quella che veniva definita “the Luck of the Leprechaun”, un patto con la buona sorte che li aveva preservati da infortuni e drammi. Dalla metà degli Anni Ottanta, però la fortuna sembra aver voltato le spalle alla franchigia del Massachusetts, e ogni tanto accade qualcosa che ce lo ricorda. Dalla morte della prima scelta Len Bias il giorno seguente il draft del 1986, gli episodi sono stati tanti e riassumeremo solo quelli più importanti: la morte di un All Star come Reggie Lewis e l’accoltellamento di Paul Pierce sono solo i più gravi e sfortunati, ma è alla voce “infortuni” che la mala sorte ha trovato modo di esprimersi al massimo. Nei playoffs del 1987 i Celtics si presentarono alle Finali con il quintetto base praticamente fuori uso: Danny Ainge con una distorsione al ginocchio, Robert Parish con entrambe le caviglie fuori uso, Kevin McHale addirittura con una frattura al piede. E fu solo l’inizio di una storia che arriva al 2009, con l’infortunio a Kevin Garnett in una squadra che sembrava avviata al secondo titolo consecutivo, e al 2010 con la rottura del crociato di Kendrick Perkins e la sconfitta in gara 7 di Finale. In tempi più recenti non si può dimenticare il terribile infortunio subìto da Gordon Hayward nel 2017 e l’operazione al ginocchio di Kyrie Irving nella primavera 2018…ed ora, a inizio campionato, la sfortuna sembra essere tornata sulle piste dei Celtics: prima il 9 novembre a San Antonio, con la frattura alla mano sinistra dello sfortunato Hayward, e ora con la commozione cerebrale patita da Kemba Walker.
Ovviamente nessuno vuole regalare troppo credito alla reale incidenza dell’aspetto fortuna/sfortuna, ma fossimo nel general manager Danny Ainge, ad ogni buon conto, programmeremmo un bell’esorcismo…perché è evidente che i Celtics hanno bisogno di essere lasciati in pace dalla scalogna più di quanto necessitino di un buon centro titolare.