A Miami si aspettavano una stagione da protagonisti, ma forse neanche i più accesi tifosi della Florida si aspettavano un inizio così brillante. Con un record di 19-7 gli Heat sono addirittura al secondo posto della apertissima Eastern Conference, davanti ai campioni di Toronto e alla agguerritissima Philadelphia. Senza voler sminuire il talento a disposizione di Erik Spoelstra, possiamo definire gli Heat la sorpresa di questo inizio di campionato.
È vero, l’estate aveva portato in dote la prestigiosa firma di Jimmy Butler, ma attorno alla squadra della Florida aleggiavano alcuni interrogativi non di poco conto, sopratutto legati alla gioventù del roster.
Invece, i giovani hanno risposto egregiamente e hanno trasformato i punti interrogativi in punti di forza. Uno dei giovani, anzi il più giovane del roster, è una delle chiavi di volta di Miami. Tyler Herro si sta, infatti, distinguendo come uno dei migliori rookies del campionato e, molto più importante, si candida come giocatore fondamentale degli Heat del futuro.
Convinti dalle prestazioni in maglia Kentucky, gli Heat hanno deciso di sceglierlo alla tredicesima chiamata dello scorso Draft. Dopo la Summer League molto convincente, Tyler ha trovato ampio spazio nella rotazione di Erik Spoelstra a forza di canestri.
Herro è chiaramente tra le matricole più positive. Tiratore dal rapido rilascio, bravo nel gioco senza palla e molto più efficace di quanto ci si aspettava quando attacca dal palleggio, sta viaggiando a quasi 14 punti di media con il 37 % dalla lunga distanza.
Il segreto del suo successo non ha solo motivazioni tecniche: la voglia di migliorare e l’etica lavorativa eccezionale conferiscono a Tyler una convinzione nei propri mezzi tale da affrontare compagni e avversari – che che fino a pochi mesi da erano per lui dei punti di rifermento, se non idoli – senza timore reverenziale. È facile pensare ad aggettivi quali “arrogante” o “supponente”, ma sarebbe un errore grossolano. Lo confermano tutti coloro che fanno parte dell’organizzazione dei Miami Heat. Herro possiede un raro mix di spirito competitivo, voglia di lavorare sulle sue debolezze, convinzione nelle sue qualità e umiltà che è alla base di una carriera di successo.
Sarà per questo che Jimmy Butler ha deciso di prenderlo sotto la sua ala e farne un suo protetto: “Noi due abbiamo molte cose in comune, ma più di ogni altra cosa ci accomuna la voglia di stare in palestra e lavorare sul nostro gioco. Quando sono arrivato a Miami tutti parlavano di come si allenasse assiduamente e del suo approccio. E avevano ragione. Tyler fa le domande giuste, ascolta i consigli dei veterani, e soprattutto costruisce la sua fiducia con il lavoro quotidiano. Se a 19 anni ha questa mentalità, può solo migliorare. Diventerà davvero un giocatore speciale per molti, molti anni”.
Parole chiare, che spiegano anche il perché Butler abbia scelto Herro come bersaglio dei suoi passaggi nelle fasi conclusive della sofferta vittoria contro i Bulls. Sia alla fine dei regolamentari che nel momento clou del supplementare, Butler ha attirato la difesa di Chicago per concedere lo spazio necessario alla sua matricola preferita. Una scelta ben ponderata e ripagata dalla fredda precisione di Tyler in ambedue le occasioni.
Coach Spoelstra conferma le ottime impressioni di Butler: “Il fatto che una stella come Jimmy riponga così tanta fiducia in Tyler, significa già molto. Questa fiducia è stata guadagnata in palestra, negli allenamenti e anche in partita, mostrando la consapevolezza e il coraggio necessario per emergere in questa lega”.
A suggellare il tutto ci pensa Dwyane Wade, ovvero il volto della franchigia: “Il ragazzino sa giocare a basket. Ha l’etichetta del tiratore, e certamente sa tirare, ma non è solo questo. È un giocatore completo: sa palleggiare, è un ottimo giocatore di “uno contro uno”, e ovviamente sa colpire con il tiro in sospensione. Ma sono le opinioni dei componenti dello staff che mi fa ben sperare per il suo futuro in maglia Heat.”
Pat Riley, sornione, si frega le mani. Con Butler, Nunn, Bam Adebayo e Herro ha un nucleo dal talento cristallino e molto futuribile. La situazione perfetta per aggiungere un’altra stella nella free agency del prossimo anno e dare l’assalto nuovamente al titolo NBA.