Gianluca Basile, alla vigilia del derby natalizio tra Virtus e Fortitudo, si confessa ad Antonio Giuliano di Avvenire.
TEODOSIC – “Fortissimo, lo conosco bene perché ci ho giocato contro nella finale di Eurolega che vinsi nel 2010 col Barcellona quando lui stava all’Olympiacos. Era giovane ma mostrava già qualità straordinarie. Sono contento perché da anni non si vedeva uno così in Italia. Ma faccio fatica a fare paragoni con Ginobili e Danilo vie perché la Serie A di adesso non è agli stessi livelli di allora.”
DERBY – “Sulla carta la Virtus è favorita, ma il derby è sempre una partita a sé. Poi a Bologna è spettacolare, c’è ima rivalità storica, sentita al pari dei grandi derby calcistici. Ricordo ancora il boato che ti tappava le orecchie già nel tunnel quando si scendeva in campo al PalaAzzarita. Il derby fu anche la prima partita che giocai con la Fortitudo. Ero arrivato da pochi giorni e tra l’altro era quasi fatta per il mio passaggio alla Virtus. E invece mi ritrovai dall’altra parte: vincemmo in trasferta. Ho avuto la fortuna di giocare gli ultimi grandi derby, quelli epocali con fenomeni come Ginobili o Danilovic. Questo derby invece è l’anno zero.”
MANIACALE NEGLI ALLENAMENTI – “Di più. Ero “nazista”. Ho sempre pensato di non avere il talento di un Myers o di altri, per cui per stare al loro livello dovevo allenarmi cento volte di più. In realtà mi sono sempre sentito più scarso degli altri: ho convissuto con complessi di inferiorità allucinanti per quasi tutta la carriera e solo a Capo d’Orlando alla fine ho sentito meno tensioni. È stata durissima soprattutto agli inizi: ero molto timido e avevo paura di lasciare la mia casa, il mio ambiente a Ruvo.”
GIOCARE A NATALE – “A rimetterci sono le famiglie dei giocatori: mi arrabbiavo molto quando dovevo andar via dalla famiglia il giorno di Natale lasciando i bimbi piccoli… Ti dicono “siete dei privilegiati”. Sì d’accordo, ma il rovescio della medaglia è che non esistono festività e non esistono domeniche… Mi sona sposato tra una gara e l’altra di una serie playoff e il giorno del matrimonio, concordato un anno prima, per puro caso non è coinciso con la partita. Ma non dimentico che la mia prima figlia è nata mentre ero in Francia agli Europei e l’ho vista solo dopo due settimane. Per fortuna ho recuperato assistendo almeno alla nascita dell’ultima.”