Una lingua arcaica, un fondamentale smarrito fra point-guard travestiti da playmaker, un’illuminazione sulla via di Damasco: il derby bolognese (e anche la partita con Milano) non ha restituito solo la passionalità stracittadina, bensì… il PASSAGGIO nella forma d’arte più pura. Milos Teodosic e Stefan Markovic sono due docenti in via di estinzione, in grado, in accoppiata, di essere un’arma tattica a prescindere. Dalla ricezione di palla dal lungo sul rimbalzo agli occhi sul compagno più avanti, nell’assunto che la “palla viaggia più veloce delle gambe”, sino a quell’ispirata dote di capire mezzo secondo prima quello che succederà sul campo da basket. Non fatevi stordire dalle giocate con effetti speciali dei due (oddio, si, drogatevi di bellezza che non fa male), quanto dalla capacità di aprire il campo con un ribaltamento di palla, con un passaggio al post alto con i tempi giusti, soprattutto con educata tecnica; non sono io ma i manuali a sottolineare come un buon passaggio sia il 50% di un buon tiro. Ettore Messina parla di una “serie A molto in salute da un punto i vista tecnico”, è una verità che però è figlia di alcune considerazioni: sta bene perché ci sono protagonisti come Teodosic, Markovic, Rodriguez portati a suon di quattrini nel nostro paese, in secondo luogo il punto di vista è ascrivibile quasi esclusivamente alla merce d’importazione, onde per cui il movimento italiano ha ancora un problema serio, cioè la creazione di giocatori completi a livello fisico e a livello tecnico. In ultima battuta la splendida versione dei due “illuminati” virtussini induce ad un altro ragionamento di fondo, soprattutto per quello che concerne Stefan Markovic: evitiamo di importare giocatori/giocolieri per ammaliare il pubblico pagante, torniamo a vivisezionare i cestisti a fondo, guardando la loro capacità di leggere le partite, le piccole ma decisive giocate sul parquet, senza troppo arricciare il naso se il lato estetico non soddisferà la plebe. Stefan Markovic non è elegante, quasi sgraziato e dalla tecnica di tiro rivedibile, ma è uno di quei pochissimi giocatori in grado da solo di elevare la qualità di gioco della propria squadra. Scusate se è poco…
Raffaele Baldini