L’annata dei Cleveland Cavaliers si sta rivelando molto difficile, forse anche più di quanto ci si sarebbe aspettato da quella che doveva essere una stagione di transizione.
Tra le poche buone notizie, per una squadra che è impantanata nei bassifondi della Eastern Conference (quartultimi, 10 vittorie e 24 sconfitte), c’è l’ottima prima parte di stagione del secondo anno Collin Sexton.
La point guard da Alabama, che ieri (4 Gennaio) ha compiuto 21 anni, ha saputo ritagliarsi i suoi spazi in mezzo ai problemi della squadra.
Scelto all’ottavo giro del draft 2018, insieme al rookie Darius Garland, preso alla quinta scelta del 2019, è uno dei giocatori su cui i Cavaliers puntano per la ricostruzione del dopo LeBron.
Le cifre mostrano un suo progresso, rispetto alla stagione scorsa, in fase offensiva, nella quale è passato da 16,7 a 18,1 punti a partita.
La percentuale al tiro dal campo è piuttosto buona, con il 45,1% complessivo dal campo.
Tuttavia si registra una strana involuzione al tiro da tre dove, pur prendendo meno conclusioni rispetto alla sua stagione da rookie, segna soltanto con il 29,2% rispetto al precedente 40,2%.
Questo peggioramento nasce da problemi della sua squadra, che non riesce a organizzare un buon gioco offensivo, o è derivato dalla pressione psicologica, non facile da affrontare per un giovane, di giocare in una squadra in forte difficoltà con uno spogliatoio che, a quanto sembra, starebbe remando contro l’allenatore?
Difficile a dirsi, ma sicuramente i Cavaliers non brillano in fase offensiva, visto che sono al 25esimo posto sia nell’offensive rating (solo 105 punti segnati a partita) sia nella percentuale al tiro da fuori (33,9%).
Il diretto interessato, però, si è dichiarato non preoccupato per questo momentaneo calo nel tiro da fuori e fiducioso nei suoi mezzi.
Per quanto riguarda la fase difensiva, anche lì ha mostrato dei progressi, raddoppiando il numero di palle rubate a partita (da 0,5 a 1 per gara).
L’aspetto del gioco in cui deve ancora migliorare molto è la fase distributiva del gioco.
I suoi 2,3 assists di media sono infatti un po’ troppo pochi per una point guard alta 188 cm.
Sicuramente però, Sexton, data la sua giovane età, ha ancora ampi margini di miglioramento.
Nella gara dello scorso 31 Dicembre, contro i Raptors, è stato il miglior realizzatore della squadra con 22 punti.
Tuttavia, ad oggi, non è ancora diventato un vero trascinatore, limitandosi a fornire un ruolo di supporto, cresciuto gradualmente nel tempo, in fase realizzativa.
La squadra, infatti, poggia ancora sulle spalle dei due veterani Kevin Love e Tristan Thompson che la dirigenza però, sarebbe interessata a scambiare per ottenere nuovi assets e spazio salariale.
A questo punto la domanda nasce spontanea.
Sarà pronto Sexton (e con lui gli altri giovani della squadra, Garland in primis) a compiere quel salto di qualità che gli consentirà di diventare un leader, e guidare i Cavaliers del futuro?
Le potenzialità sembrerebbero esserci, ma i dubbi di molti addetti ai lavori rimangono.