15 maggio 2017, TD Garden di Boston: i Washington Wizards si giocano gara 7 delle semifinali di Conference contro i Boston Celtics, per molti quella che potrebbe essere l’occasione per fare il definitivo salto di qualità e far sognare i tifosi della Capitale. Il quintetto agli ordini di coach Scott Brooks vede i due leader John Wall e Bradley Beal, Markieff Morris, Otto Porter e Marcin Gortat, mentre dalla panchina escono Kelly Oubre, Ian Mahinmi e Bojan Bogdanovic. I Celtics vinceranno quella gara per 115-110 grazie ad un commovente Isaiah Thomas ed un sorprendente Kelly Olynyk da 26 punti, ma i Wizards usciranno a testa alta da una serie elettrizzante e con grandi ambizioni e prospettive di crescita immediata.
Immaginiamo ora che un tifoso di Washington si sia addormentato al termine di quella sfida epica, magari cullato da qualche sogno di gloria e si sia risvegliato esattamente il 4 gennaio 2020 con i Wizards detentori di un avvilente record di 11 vittorie e 24 sconfitte che ospitano i Denver Nuggets. Il quintetto agli ordini del disperato Scott Brooks è il seguente : Jordan McRae, Johnathan Williams, Gary Payton II, Ian Mahinmi e proprio Isaiah Thomas. Praticamente un manipolo di giocatori abituati a calcare i parquet della G-League, il francese prigioniero di un contratto esagerato e riesumato per l’occasione, ed il lontano parente di quel Thomas che aveva sorpreso il mondo mascherato da “King of the fourth”. Dalla panchina elementi come Isaac Bonga, Garrison Mathews, Troy Brown Jr, Anzejs Pasecniks e Ish Smith, autore nella serata di 32 punti e 8 assists. Ma cosa è successo a quella squadra che è arrivata ad un passo dalle finali di Conference ed aveva ambizioni da titolo guidata da due giocatori come John Wall e Bradley Beal? Gli infortuni che hanno cancellato John Wall dalla lega negli ultimi due anni hanno avuto indubbiamente il loro peso, ma lo smantellamento di quel gruppo è dovuto ad una programmazione sconsiderata ed al fatto di aver sopravvalutato il talento a disposizione offrendo contratti fuori mercato a giocatori come Porter e Mahinmi e costringendo la franchigia a premere il pulsante della ricostruzione, molto più simile ormai a quello dell’autodistruzione. La stagione in corso è ampiamente compromessa e servirà solamente per cercare di sviluppare il talento di Rui Hachimura, unico motivo per dare un senso alle rimanenti 47 partite, ma la trade deadline è vicina ed è quasi certo che ci possano essere dei movimenti fino ad un paio d’anni fa assolutamente impensabili.
Per la cronaca i derelitti Wizards hanno poi stravinto la partita contro i favoritissimi Nuggets per 128-114, ma al famoso tifoso consiglio di addormentarsi per almeno un altro biennio, perché il futuro nella Capitale non sembra di quelli imperdibili.