“Toglietevi dalla testa che siamo una grande squadra”. Non sono le parole di Kawhi Leonard, né quelle di Paul George, ma di Montrezl Harrell a seguito della sconfitta roboante subita dai Los Angeles Clippers contro i giovani Memphis Grizzlies. Forse perché nel periodo natalizio i Clippers hanno perso qualche partita di troppo, oppure per smorzare i toni che li darebbero come principali candidati al titolo e quindi un invito a non sottovalutare la forza delle altre squadre. In ogni caso Harrell ha fatto sentire la sua voce e già dalla partita successiva contro i Knicks ha trascinato i compagni alla vittoria con 34 punti, personale career high.
A mio parere Montrezl è una pedina fondamentale nello scacchiere di Doc Rivers che infatti ne ha evidenziato i progressi fatti dall’estate del 2017, anno della trade che l’ha portato da Houston a LA. “Sta continuando a migliorare – ha affermato di recente il coach campione coi Celtics nel 2008 in un’intervista a Sporting News – alla prima stagione dava solo minuti di energia, poi ho iniziato a coinvolgerlo nelle azioni ed ora è diventato fondamentale in post basso come alternativa al pick and roll”.
In questo 2019/2020 Harrell sta collezionando le cifre più alte della sua carriera: 19.2 punti e 7.4 rimbalzi di media in meno di 30 minuti di utilizzo. Il punteggio suo e di Lou Williams è il migliore della lega in uscita dalla panchina. Possiamo notare come il suo dinamismo gli permetta di battere i lunghi più lenti con movimenti di piedi rapidi, concludendo al ferro con forte esplosività. Se dobbiamo cercare dei difetti, è undersized rispetto a centri più grossi della lega, come Embiid o Davis, cosa che potrebbe farlo fa soffrire a rimbalzo.
Harrell, 26 anni il 25 gennaio prossimo, ha frequentato l’high school nella nativa Tarboro nel North Carolina a North Edgecombe e poi alla Hargrave Military Academy a Chatham in Virginia dove ha registrato 25.2 punti e 13.6 rimbalzi a partita con un record di 38-1. Al college opta per i Louisville Cardinals con cui vince il campionato Ncaa nel 2013, ma gioca la sua miglior stagione nell’anno da junior (2014-15): 15.7 punti e 9.2 rimbalzi vincendo anche il Karl Malone Award, ovvero la migliore power forward a livello nazionale.
Viene scelto con la 32esima chiamata al draft del 2015 dagli Houston Rockets dove però passa la stagione anche al piano di sotto della D League coi Rio Grande Valley Vipers. Nell’anno da sophomore aumenta lo spazio riservatogli, facendo vedere di cosa è capace dal punto di vista realizzativo (high di 29 punti in una sfida proprio contro i Clippers).
Quindi nell’estate del 2017 viene sacrificato dai Rockets e arriva a Los Angeles in fase di ricostruzione dopo l’addio a Chris Paul (e successivamente di Griffin). La scorsa stagione possiamo definirla come quella della consacrazione, dato che i minuti di media sono poco più di 26 con 16.6 punti e 6.5 rimbalzi di media toccando in più partite quota 30.
Quest’anno la rincorsa al titolo, non con un semplice ruolo da comprimario, ma come leader “silenzioso” della second unit, o più in generale della squadra in assenza di uno fra Leonard e George. Alcuni rumors dicono che potrebbe essere scambiato entro la deadline di febbraio, ma verosimilmente i Clippers non vogliono privarsi di un giocatore così. Ci saranno da fare delle scelte in estate, visto che ha il contratto in scadenza, ma per il momento possiamo goderci l’energico Harrell che in prospettiva futura potrebbe diventare, perché no, un All Star.