Per Frank Sinatra era New York la “city that never sleeps”, la città che non dorme mai, ma in queste settimane è Houston la città che più assomiglia a quella cantata da “The Voice”. Mentre tutti festeggiavano e si rilassavano a Chicago, Daryl Morey stava pensando a come completare l’opera avviata nella sessione di mercato di riparazione, e fornire a Mike D’Antoni una squadra profonda e competitiva per arrivare al titolo. Si, perché è l’anello di campione NBA che ossessiona la dirigenza, lo staff tecnico e le stelle di Houston, James Harden e Russell Westbrook.
Dopo la cessione di Clint Capela ad Atlanta, i Rockets hanno deciso di intraprendere una via estrema di “small ball”, Morey si è allineato senza alcuna obiezione all’idea di D’Antoni di sfruttare al massimo il talento di Harden e Westbrook ricercando il maggior “spacing” possibile nella metà campo offensiva. Proprio In quest’ottica, sono stati firmati Jeff Green e DeMarre Carroll, due veterani dalla comprovata versatilità.
Il primo ad accasarsi a Houston è stato Green. Le candeline sono ormai trentatré, Jeff ha perso quella freschezza che lo rendeva uno dei giocatori più atletici della lega, ma porta in Texas l’esperienza ad alti livelli accumulata nelle tante serie di Playoffs disputate in maglia Celtics e Cavaliers. In estate aveva firmato per i Jazz, ma tra i mormoni non ha convinto (neanche 8 punti di media in 18 minuti d’impiego), ed è stato tagliato a dicembre. A Houston ritrova anche Harden e Westbrook, suoi compagni in maglia Thunder nella sua prima incarnazione NBA, e l’entusiasmo di tornare a giocare per degli obiettivi importanti.
Per l’altra acquisizione, per adesso non ufficiale ma molto probabile, Morey deve ringraziare i “cugini” di San Antonio, ormai proiettati al futuro considerando quanto lontana pare una qualificazione ai Playoffs. Gli Spurs hanno deciso di liberare Carroll dopo una stagione molto deludente (poco più di 2 punti di media in un minutaggio davvero risibile), nella quale l’ex Toronto e Atlanta non ha mai legato con lo staff tecnico. DeMarre potrà cercare il giusto riscatto a Houston, alla corte del “Barba” e di Westbrook.
Ovviamente, dai nuovi acquisti ci si aspetta che colpiscano con regolarità dall’arco, punendo i raddoppi su Harden e Westbrook, ma c’è un aspetto ancora più importante. Anche se pare fuoriluogo accostare la parola difesa ai Rockets, sono proprio le qualità difensive di Green e Carroll che potrebbero risultare decisive per le ambizioni di Houston. Lo “small ball” immaginato dall’ex Olimpia Milano necessita più che mai di difensori poliedrici, e i due nuovi arrivi rispondono proprio a questa definizione. D’Antoni e Morey sperano che la “front line” composta da Green, Carroll, P.J. Tucker e Robert Covington sarà sufficiente per limitare giocatori come Anthony Davis e Nikola Jokic negli infuocati Playoffs di quest’anno, sopperendo con la rapidità e il mestiere alla differenza di centimetri e chili.
Chissà se l’esperimento dei Rockets avrà successo, il campo ci dirà se l’ennesima rivoluzione tecnica di D’Antoni avrà successo o meno.