Il contagio del terribile COVID-19 è ormai esteso anche agli Stati Uniti, dopo lo scetticismo iniziale anche negli States sono stati decisi provvedimenti drastici per limitare il propagarsi del contagio.
E’ difficile parlare di sport quando in ballo ci sono questioni molto più importanti, dalla vita delle persone, alle conseguenze economiche e le ricadute sul lavoro. Lo sport americano ha deciso di fermarsi, sia la NBA che la NCAA hanno sospeso i loro campionati e, al momento, è difficile prevederne una ripresa.
Le notizie della positività di alcuni protagonisti della NBA pongono ancora più dubbi sulla effettiva ripresa, ma la lega non si è ancora arresa all’idea di cancellare definitivamente il campionato, e sta vagliando ogni possibilità per salvare la stagione e disputare i Playoffs.
E se non accadesse? Se il campionato NBA non potesse riprendere? Cosa verrà deciso in merito alla stagione fermata a poco più di un mese dal termine?
Difficile fare previsioni sulle decisioni di Adam Silver, anche perché non ci sono molti esempi da cui attingere e fare ipotesi. L’unico termine di paragone, seppur per un motivo meno serio di un’emergenza sanitaria, è quanto successe nella Major League of Baseball nel 1994.
La stagione del baseball iniziò regolarmente il 3 aprile, ma già dopo alcuni mesi di stagione cominciarono a susseguirsi i primi mugugni dei giocatori, desiderosi di un contratto collettivo più remunerativo. L’11 agosto, dopo oltre 1500 partite disputate, il tanto atteso e temuto annuncio: sciopero! I giocatori avrebbero incrociato guanti e bastoni fino alla firma di un nuovo e più sostanzioso contratto. Le trattative non portarono a niente e, dopo 34 giorni, il Commissioner Bud Selig dichiarò a malincuore terminata la stagione.
Per la prima volta dal 1904, la Major League non avrebbe avuto l’epilogo delle World Series. La lega decise di non assegnare alcun “banner”, nessun titolo alle squadre in testa alle rispettive Division. Gli unici premi furono quelli assegnati ai giocatori: Jeff Bagwell e Frank Thomas, il grande battitore dei Chicago White Sox, si aggiudicarono il premio di MVP della National e American League.
Per la MLB fu una sorta di perdita dell’innocenza, ci vollero anni affinché il pubblico tradito perdonasse i protagonisti di quello sciopero del 1994, e tornasse ad affollare gli spalti degli stadi.
La speranza di tutti è che le arene tornino presto a riempirsi, che ti tifosi abbiano finalmente la possibilità di applaudire le gesta dei vari Giannis Antetokounmpo, LeBron James e Luka Doncic.
Vorrebbe dire, soprattutto, la fine dell’emergenza e del pericolo legato a questo terribile virus.