La situazione coronavirus negli Stati Uniti è in continua evoluzione e il lock down potrebbe durare a lungo. È passato esattamente un mese da quando Adam Silver ha deciso di chiudere le porte delle arene NBA, il commisioner della lega ha risposto tempestivamente all’emergenza sanitaria, fermando la regular season in corso fino a data da destinarsi. Non sappiamo ancora quando e come la stagione potrà riprendere e se potrà arrivare a una conclusione.
Il primo giocare contagiato è stato Rudy Gobert, il centro degli Utah Jazz ha preso sottogamba il virus e per avvalorare la sua tesi “non è nient’altro che una semplice influenza”, il 12 marzo si è messo a toccare ogni microfono presente in conferenza stampa. Il video ha fatto il giro del mondo in poco tempo e poche ore dopo il suo gesto, il giocatore francese è stato trovato positivo al Covid-19. La legge del contrappasso è dura e puntuale, fortunatamente il giocatore al momento è fuori pericolo, dopo aver perduto gusto e olfatto e qualche linea di febbre, i medici della squadra hanno comunicato che Gobert è guarito. Lo staff dei Jazz però ha subito eseguito tamponi a tutti i giocatori del roster e solo uno di loro è risultato contagiato: Donovan Mitchell.
Anche la guardia della squadra dello Utah si è subito isolata e ha rispettato tutte le linee guida indicate da esperti e medici, comunicando ai fan le sue condizioni tramite instagram. Proprio in una di queste dirette Mitchell ha dichiarato: “si spera che le persone possano continuare a educare sé stesse e rendersi conto che devono comportarsi in modo responsabile, sia per la propria salute che per il benessere di coloro che le circondano” nel contesto una frase come le altre, ma tra le righe una stoccata indirizzata al compagno di squadra, colpevole di aver agito sconsideratamente e soprannominato l’“untore”. “Sono felice che sia capitato solo a noi due, perché sia io che Rudy non abbiamo figli. Alcuni dei nostri compagni di squadra ne hanno, così come li hanno anche diversi membri dello staff, per questo sono così contento che il rischio sia stato circoscritto” ha aggiunto l’ex Louisville.
Dopo le affermazioni di Mitchell qualcosa nel rapporto tra le due stelle dei Jazz si è incrinato. Voci di spogliatoio hanno confermato che i due si sono allontanati, il giovane talento dà la colpa al francese di aver agito senza pensare alle conseguenze che il suo gesto avrebbe potuto avere su tutte le persone facenti parte della franchigia. Charania, Amik e Jones, giornalisti di The Atletic hanno confermato il litigio, aggiungendo che per loro la situazione è irrecuperabile, “i Jazz hanno la fortuna di non dover tornare insieme e ricominciare a giocare subito” ha affermato Wojnarowski, qualche settimana fa. Di recente però qualcosa o meglio qualcuno tra i compagni ha smosso le acque, Joe Ingles si è espresso sulla situazione affermando “sono fiducioso che andrà tutto bene. Ho sentito quello che ha detto Donovan, e da un certo punto di vista risolvere i loro problemi è una questione tra lui e Rudy. Ma non ho alcun dubbio che quando torneremo ad allenarci o quando ricomincerà la stagione la nostra squadra tornerà a essere quello che è sempre stata. Sono fiducioso che andrà tutto bene e che la chimica di squadra sarà solida.” Forse troppo fiducioso.
Ingles non ha fatto i conti con la dirigenza, quando si tornerà a giocare Gobert potrebbe essere già salpato verso altri lidi. Se la situazione non dovesse migliorare i Jazz potrebbero scegliere di tenere uno dei due e Mitchell, che migliora stagione dopo stagione, – 24.2 punti di media – potrebbe essere l’opzione preferita da Snider e Lindsey. Il centro francese, con ancora un anno di contratto, finirebbe sul mercato con Utah pronta ad ascoltare diverse proposte di scambio. Rudy “the Infector” potrebbe pagare cara la sua leggerezza.