In questi giorni tra le stanze dei palazzi dei più importanti campionati mondiali si discute attivamente sulla loro ripresa. La pandemia, che ha fermato tutte le maggiori attività professionistiche, ha allentato la sua morsa, gli Stati lentamente eliminano i divieti imposti in precedenza e concedono qualche libertà in più, seppur con le necessarie precauzioni. Anche l’NBA sta cercando di adeguarsi alla quarantena e al distanziamento sociale e in questi mesi di pausa ha esplorato, indagato, raccolto pareri e informazioni per trovare una soluzione. Qualche settimana fa Keith Smith di Yahoo Sports aveva prospettato la possibilità di riprendere la stagione all’interno di Disney World – Orlando, Florida. L’ex dipendete del parco divertimenti più grande al mondo era stato considerato un pazzo, ma qualche giorno fa Adam Silver ha dichiarato che la lega è in contatto con la Walt Disney Company, le parti si stanno mobilitando per organizzare la ripresa del campionato all’interno del parco.
COSA DOVREMMO ASPETTARCI?
Di certo non vedremo LeBron James alzare un alley-oop a Paperino o Giannis Antetokoumpo posterizzare Topolino. Il campionato dovrebbe ripartire a luglio, per permettere agli atleti in questo mese di tornare in forma. Ancora dubbia la ripartenza della regular season, la lega, l’associazione dei giocatori e i referenti delle franchigie – a cui è stato inviato un questionario dove esprimere le proprie considerazioni – sono in continuo contatto per riuscire a trovare un punto d’incontro: riprendere direttamente dalla post-season ampliando il numero delle squadre partecipanti, con eliminazione delle conference e accesso ai playoff per le prime sedici, o iniziare da dove si era interrotto, ma diminuire le gare rimanenti di regular season. “Chi lo sa? Settimo, ottavo o nono? Potremmo avere una serie di play-in, un tipo differente di playoff e forse un paio di gare di esibizione per noi, al di fuori dei padiglioni, per farci tornare in forma prima dell’inizio dei playoff” ha dichiarato Danny Green.
PERCHÈ DISNEY WORLD?
Tutto ciò si svolgerà all’interno dei 900mila metri quadri di Disney World, che possiede già tre facility che potrebbero essere adattate come arene NBA, due saranno a disposizione per le gare, mentre nella terza si svolgeranno gli allenamenti. Ovviamente all’occorrenza anche altre aree del parco verrebbero adibite a nuove arene o palestre in base alle esigenze delle franchigie. L’isolamento è obbligatorio, proprio per questo motivo giocatori, staff, dirigenti, dipendenti e chiunque prenda parte al progetto rimarrà all’interno del parco, che fungerà anche da “casa” nei mesi in cui si svolgerà il torneo. Un unico luogo all’interno del quale chiunque verrà periodicamente controllato ed eventualmente messo in quarantena se positivo ai test.
L’idea è venuta per caso a Smith, ma il binomio NBA-Disney non è casuale. ABC ed ESPN, i due massimi esponenti televisivi della lega sono di proprietà della Walt Disney, lo spazio all’interno del quale si svolgerà il torneo prende il nome di “The ESPN Wide World of Sports Complex”. Se da un lato l’NBA potrà portare a termine il suo campionato, dall’altro le due emittenti televisive e la Disney continueranno a incassare i loro proventi. Una situazione da “win-win” come direbbero in America, ma la strada verso la sicurezza è ancora lunga. Su questo Silver è stato chiaro, fino a quando non si avranno abbastanza tamponi per tutti, l’NBA rimarrà in stand by, qualora si dovesse riprendere e i contagi tornassero a essere fuori controllo, la lega sospenderebbe nuovamente il torneo e molto probabilmente lo interromperebbe definitivamente.
Non ci resta che aspettare, la magia di Walt Disney potrebbe far avverare i nostri sogni, come quando eravamo bambini.