Era il 23 gennaio 2020 e, dopo un’attesa di oltre 7 mesi dal giorno in cui per primo venne chiamato sul palco del Barclays Center al Draft NBA, allo Smoothie King Center di New Orleans andava in scena la prima partita di Zion Williamson.
La curiosità nel vederlo in campo si trasformò in stupore quando a fine partita, persa contro San Antonio, avevamo visto cosa Zion era stato capace di fare al suo esordio su un parquet NBA: 22 punti, 17 nel solo ultimo periodo con 4 triple consecutive a bersaglio. Cori “MVP, MVP” dagli spalti e quell’elettricità nell’aria che si respira solo quando senti che qualcosa sta cambiando. In quel momento tutti, ma proprio tutti, abbiamo capito che essere un tifoso Pelicans nei prossimi anni, potrebbe essere molto divertente.
Il “caro amico”, citato nel capolavoro di Lucio Dalla, a cui i fan di New Orleans potrebbero scrivere, è senza dubbio Anthony Davis. Da quando è partito di novità ce ne sono state ben più di una e David Griffin, Vice President of Basketball Operations della franchigia, è riuscito a creare quello che ad oggi sembra essere il nucleo più promettente della lega, grazie a giovani giocatori, scelte al draft e spazio per potersi muovere sul mercato.
Il cosiddetto young core a disposizione di Alvin Gentry non comprende solo Zion. Nel roster ci sono infatti altri giovani: alcuni di prospettiva come Nickeil Alexander-Walker e Jaxson Hayes, e altri che invece il salto di qualità lo stanno già facendo, come Josh Hart, Lonzo Ball e, soprattutto, Brandon Ingram.
L’ala 22enne ex Lakers sarà restricted free agent a fine stagione, ma la volontà della dirigenza è quella di pareggiare qualunque offerta possa arrivare sul tavolo di Ingram, anche se questo significasse dargli il massimo salariale. Non sono solo i 24 punti e 6 rimbalzi di media al momento della sospensione della stagione, né la prima convocazione per l’All-Star Game ad aver convinto: le caratteristiche di Ingram fanno di lui il giocatore perfetto da affiancare a Williamson per trascinare NOLA nelle prossime stagioni. Oltre a potersi creare tiri in isolamento, da quest’anno ha perfezionato il suo gioco sia lontano dalla palla che da oltre l’arco dei 3 punti, aspetti fondamentali per creare spazi a Zion.
Oltre che su questa base fatta di giovani promesse, affiancate da alcuni veterani come Holiday e Redick, la crescita dei Pels passerà anche e decisamente dalle scelte al draft. Nel prossimo ad esempio, che si terrà il 15 ottobre 2020, New Orleans avrà a disposizione ben cinque scelte: due al primo giro (di cui una protetta top10 via Cleveland) e tre al secondo. Inoltre, grazie alla trade per Davis, hanno accumulato varie scelte per i draft dei prossimi anni, che permetteranno alla dirigenza di poter scegliere altri giovani di talento oppure sfruttarle in qualche scambio di mercato, per arrivare magari a giocatori già pronti a giocarsi i playoffs.
Il cammino per diventare davvero una contender è pieno di imprevisti, ma in Louisiana la strada è stata tracciata. I Pelicans si giocheranno comunque già quest’anno un posto nella postseason con una realistica possibilità di raggiungere l’ottavo posto (chi non vorrebbe vedere LeBron contro Zion al primo turno?), ma la vera trasformazione arriverà soltanto nelle prossime stagioni e se le promesse saranno mantenute ci sarà solo da godersi lo spettacolo.
Tutti quanti stiamo già aspettando.