Achille Polonara, intervistato da Vincenzo Di Schiavi della Gazzetta dello Sport, parla della vittoria del campionato spagnolo con il suo Baskonia:
“Dopo tre finali scudetto perse. Sull’ultimo tiro di Higgins del Barca il mio cuore si è fermato per qualche secondo. Poi è esplosa una gioia immensa, indescrivibile. Ho corso come un pazzo, dentro di me sentivo un uragano di sensazioni. Dedico la Liga a mia moglie Erika, che è sempre al mio fianco. Quando non sei sul carro giusto, gli altri ti dimenticano, ma lei per me c’è sempre. E poi alla mia famiglia. Nel mondo del basket la dedico a Gianmarco Pozzecco e Stefano Sardara, perché la scorsa estate mi hanno concesso la possibilità di prendere un treno che non passa tutti i giorni.”
L’ultima azione:
“Ivanovic mi aveva appena sostituito con Janning, ma il cambio non si poteva fare, così l’azione che avevamo disegnato è saltata. La palla doveva arrivare a Shengelia, ma era isolato, così è arrivata a me. Ho pensato: “E mo’ che faccio?”. Poi ho visto Vildoza con la coda dell’occhio: ancora non smette di ringraziarmi.”
Lasciare Sassari:
“Altri giocatori non avrebbero accettato, magari non avrebbero lasciato la comfort zone, ma io sono un competitivo, uno che non si accontenta. Sono andato a fare il cambio dell’ala forte migliore d’Europa (Shengelia, ndr), sapevo che avrei avuto meno minuti e tutto da conquistare, compreso uno spazio in Eurolega. Volevo dimostrare a tutti di valere questo livello e ce l’ho fatta. La sera prima della finale col Barcellona la dirigenza mi ha confermato per un’altra stagione.”
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Foto: Carlos Calvillo / Superbasket