Scegliere o non scegliere? È questo il dilemma che tormenterà Bob Myers nei prossimi mesi.
Visti l’addio di Kevin Durant e la convalescenza di Klay Thompson, la stagione dei Warriors era iniziata con l’idea, nemmeno troppo bizzarra, di giocarsi un tranquillo ingresso ai playoffs per poi cercare di dare fastidio alle due squadre di Los Angeles e alle altre big presenti ad Ovest.
Dopo appena 4 partite però, l’infortunio alla mano di Steph Curry ha cambiato drasticamente i piani per Golden State: dal ruolo di mina vagante per la postseason, a squadra relegata nei bassi fondi della Western Conference, posizione che poco ha avuto a che fare con la franchigia della baia negli ultimi anni.
Tuttavia non tutti i mali vengono per nuocere. Alcuni giovani giocatori hanno avuto la possibilità di mettersi in mostra: su tutti Eric Paschall, con medie di 14 punti e quasi 5 rimbalzi, Marquese Chriss e Jordan Poole. Il coaching staff ha inoltre avuto modo di provare senza alcuna pressione l’adattabilità del nuovo arrivato, D’Angelo Russell, decidendo poi che fosse meglio virare su un altro giovane di prospettiva come Andrew Wiggins.
Infine, le 15 vittorie e le 50 sconfitte saranno il biglietto per entrare nel Draft 2020 dalla porta principale, che potrebbe dare il via al prossimo ciclo dei Warriors.
La dirigenza avrà così sul tavolo due opzioni: tenersi la propria scelta, la quale sarà certamente tra le prime cinque, oppure sondare il mercato per cercare di scambiarla e di arrivare ad un buon giocatore di rotazione oppure ad un All-Star.
Scegliere al draft
All’inizio della prossima stagione i Golden State Warriors ripartiranno con tutte le proprie stelle sane e presumibilmente al top della forma. Potranno contare su Curry, Thompson, Green e Wiggins, quattro giocatori che da soli rendono già competitiva la squadra della baia.
Se dovessero decidere di scegliere al Draft potrebbero mirare ad un centro come James Wiseman, per coprire il ruolo che al momento sembra quello più scoperto. Il rischio, così come per gli altri giocatori che si sono resi eleggibili per il Draft NBA, è di prendere un giocatore troppo acerbo e non ancora pronto a competere su palcoscenici come playoffs e Finals.
Wiseman ha giocato soltanto 3 partite al College con Memphis (causa irregolarità sul reclutamento del giocatore) in cui ha mostrato dei lampi che fanno ben sperare riguardo il suo futuro, ma l’opinione comune e che resti un diamante grezzo. L’ex Tigers ha come punti di forza un fisico eccezionale (213 centimetri di altezza) abbinato a un atletismo non comune, ma deve ancora affinare le sue letture e la tecnica di tiro. Tutte cose normali per un ragazzo della sua età.
Scambiare la scelta
Se i Warriors dovessero decidere di non rischiare prendendo un diciannovenne dal college, potrebbero scambiare la propria scelta. Gli anni a disposizione per questo nucleo di squadra, per cercare di arricchire la bacheca, potrebbero non essere ancora tantissimi e prendere un altro top player li aiuterebbe a sfruttare al massimo quelli che restano. Una scelta così alta, seppur non in un Draft ricchissimo di talento, fa gola a molte franchigie e le opportunità non mancherebbero.
I nomi circolati sono quelli ad esempio di Sabonis o Smart, con il sogno non dichiarato di poter arrivare ad Aaron Gordon o Bradley Beal. Inserendo in un ipotetico scambio anche la trade exception da 17.2 milioni nata dallo scambio di Iguodala, oppure qualche giocatore (Wiggins?), le opzioni per Golden State diventerebbero davvero interessanti.
La stagione appena terminata per i Warriors potrebbe essere ben presto ricordata semplicemente come un imprevisto. Il rischio che si dovranno prendere sarà alto, ma la dinastia di Curry e compagni è pronta a ricominciare.