Da pochi giorni Brett Brown ha svelato la nuova strategia dei suoi 76ers in vista della ripresa della stagione: spostare Ben Simmons nel ruolo di ala grande.
Dopo essere andati ad un tiro di Leonard dall’eliminare i futuri campioni NBA ai playoffs dello scorso anno, la stagione di Philadelphia finora non ha mantenuto fede alle aspettative. Ciò che ha preoccupato di più sono stati sostanzialmente gli alti e bassi in trasferta e, soprattutto, qualche problema nella chimica di squadra, come ha anche recentemente dichiarato Tobias Harris:
È la verità, durante tutto l’anno non c’è stato il massimo dell’affiatamento. Ma abbiamo anche lottato contro gli infortuni che non ci hanno aiutato. Alla fine ci siamo guardati negli occhi e parlati, abbiamo un solo obiettivo: vincere il titolo.
E proprio i risultati (i Sixers sono soltanto sesti ad Est) e l’obiettivo dell’anello hanno portato coach Brown a dover pensare ad un modo per rimescolare un po’ le carte della sua squadra. E quella di spostare di ruolo Ben Simmons potrebbe essere la mossa giusta, non solo per la prima scelta al draft del 2016.
Al Horford allunga la panchina
Con il nuovo sistema l’ex giocatore dei Celtics uscirà dalla panchina, presumibilmente come cambio di Joel Embiid. Questo non solo darà la possibilità di avere un cambio di qualità, con la panchina che si arricchisce ulteriormente, ma potrà dare modo all’allenatore di Phila di non far giocare insieme il trio Simmons-Embiid-Horford. I 3 hanno mostrato una difficile coesione e nei minuti che hanno condiviso sul parquet hanno un non esaltante -0,8 di net rating. Certo, le due stelle staranno parecchi minuti in campo, ma proprio per questo la qualità di Horford, in 15-20 minuti di impiego, potrebbe fare la differenza.
Il tiro da 3 punti
L’altro grande cambiamento è l’inserimento di Shake Milton in quintetto. Il giovane classe 1996 dovrà cercare di fare ciò fino ad ora non è riuscito a Ben Simmons: allargare il campo. Shake si è dimostrato un gran tiratore sia al college, dove ha collezionato quasi il 43% in tre anni a SMU, sia durante la stagione, con addirittura un incredibile 51% dalla lunga distanza nelle ultime 20 partite prima dello stop. Cifra insostenibile, ma la giovane promessa diventerebbe la chiave dei nuovi Sixers, sempre che riesca ad essere un tiratore affidabile e una sorta di evoluzione di Markelle Fultz: un playmaker con buone letture che divida i compiti di regia con Simmons e sappia soprattutto fare canestro.
Ben Simmons vicino a Embiid
Siamo proprio sicuri che non sia questo il suo vero ruolo per giocare ad altissimi livelli nella lega? Ovvio che per Ben Simmons poter giocare vicino a canestro e più spesso lontano dalla palla potrebbe diventare la svolta non solo della stagione, ma dell’intera carriera. Essere finalmente sgravato dalla responsabilità di dover tirare da lontano (impensabile in NBA un playmaker che non lo faccia) lo farà giocare più spensierato. I suoi progressi continuano in quel fondamentale, nel frattempo ha tutto per poter fare bene anche a fianco di Embiid, e formare con Harris uno dei migliori frontcourt in quel di Disney World.
L’aria che si respirava intorno ai Philadelphia 76ers non era certo delle migliori quando la stagione si è fermata, ma il tentativo di cambiare è concreto. Potrebbero essere loro la sorpresa a Orlando?