Mentre la NBA ha già individuato in Ja Morant, Zion Williamson e Kendrick Nunn i tre giocatori tra i quali sarà scelto il Rookie of the Year – e non poteva essere altrimenti visto il loro rendimento superiore- le matricole 2019/2020 hanno ripreso a giocare in questa loro prima e atipica stagione NBA.
La ripresa ha dato l’occasione ai tifosi di poter scoprire altri protagonisti della NBA del futuro, dei giovani che durante la Regular Season avevano avuto meno spazio per mettersi in mostra. Vediamo quali sono i principali beneficiari della ripresa delle ostilità nella “Bolla”.
Luguentz Dort
A Oklahoma City erano già entusiasti dei primi passi nella lega di Luguentz Dort, la guardia dal fisico prorompente capace di farsi largo in un backcourt affollato e di qualità. A Orlando, grazie anche al nuovo contratto sottoscritto poco prima della ripresa, Dort sta continuando a distinguersi per il dinamismo e l’eccellente impegno difensivo, tanto da meritarsi un ruolo primario nella difesa dei Thunder. La sua prova contro LeBron James non è passata inosservata tra gli addetti ai lavori. Non male per un giocatore che ha atteso inutilmente per tutta la durata dell’ultimo Draft senza mai sentire il suo nome associato a una delle sessanta chiamate.
Cameron Johnson
La sua selezione aveva lasciato perplessi in primis propri i tifosi di Phoenix, ma una volta chiarito che l’undicesima scelta assoluta era stata forse eccessiva (era previsto a cavallo dei due giri di scelte), possiamo soffermarci sul rendimento di Cameron Johnson. Già in regular season l’ex Carolina aveva tenuto il 40% da tre punti su quasi cinque tentativi a incontro, a Orlando ha continuato nella sua crescita, assestandosi sui 13 punti a incontro e rappresentando la spalla ideale per Devin Booker nella splendida cavalcata dei Suns. Non sarà mai una stella, ma Cam si candida seriamente come uno dei migliori specialisti della NBA.
Keldon Johnson
A metà febbraio gli Spurs sembravano spacciati, ormai fuori da ogni discorso legato alla postseason e avviati verso una difficile opera di ricostruzione. A Orlando, invece, sono tornati prepotentemente in corsa grazie anche al contributo di Keldon Johnson. Dopo un anno passato sui banchi della “Spurs School of Basketball” ad apprendere l’arte della NBA, Keldon ha finalmente avuto il permesso del “preside” Popovich per scendere in campo. Nella “bolla” ha mostrato maggiore continuità, segnando ben 13 punti di media con ottime percentuali, soprattutto da tre punti.
Snobbato da molti al Draft, e scivolato alla ventinovesima, gli San Antonio potrebbe aver trovato l’erede di Demar DeRozan.
Micheal Porter Jr
Chi s’è messo maggiormente in luce è sicuramente Michael Porter Jr, autore di prestazioni eccellenti contro OKC (37 punti e 12 rimbalzi), San Antonio (30 e 15) e Portland (27 e 12). La notizia più importante riguarda la sua completa guarigione, grazie alla quale può giocare liberamente e mostrare quel talento che lo aveva reso il miglior liceale degli Stati Uniti. In Regular Season aveva poche possibilità, ma si era ritagliato circa 15 minuti a partita, impreziositi da quasi 8 punti di media. A Orlando viaggia a oltre 22 punti e 8 rimbalzi di media con il 55% dal campo e il 48% dall’arco dei tre punti. Il prossimo anno le “Pepite” potranno davvero puntate sul giovane Michael.