La carriera di Giannis Antetokounmpo e la storia dei Milwaukee Bucks sono giunti a un punto di svolta. Nella settimana in cui il fenomeno greco potrebbe essere incoronato MVP per il secondo anno consecutivo, completando la storica doppietta con il Defensive Player Of The Year Award, la sua squadra viene spazzata fuori dai playoff per mano dei Miami Heat. Una sconfitta netta, insindacabile: la truppa di Mike Budenholzer si è dimostrata inferiore in tutto e per tutto a quella di Erik Spoelstra. Un’eliminazione al secondo turno contro una delle squadre più in forma (se non LA più in forma) della lega sarebbe un risultato soddisfacente, se non stessimo parlando dei Bucks, dominatori incontrastati delle ultime due regular season.
Dopo la “passeggiata di salute” contro degli Orlando Magic incerottati e comunque non all’altezza, la serie contro Miami ha esposto senza pietà i difetti di Milwaukee e del suo leader. Contro una difesa feroce e organizzata alla perfezione, Giannis ha manifestato gli stessi limiti emersi nei precedenti playoff contro i Boston Celtics e i Toronto Raptors. Inarrestabile in transizione, ma quasi spaesato nel gioco a metà campo e inaccettabile al tiro dalla lunga distanza (21% nella serie) e dalla lunetta (54% scarso). Ostacoli che Antetokounmpo dovrà superare per forza se vuole guidare una squadra al titolo NBA. Gli Heat si sono gettati come avvoltoi sulle incertezze del greco e, con la loro pallacanestro fluida, ‘democratica’ e che non lascia nulla al caso, hanno inflitto tre pesanti batoste agli impotenti Bucks.
Giannis si è presentato in gara-4 con una caviglia dolorante e con una pressione addosso che mai aveva provato in sette anni di carriera. Nel primo quarto ha sfogato rabbia e frustrazione con 19 punti, conditi da urla liberatorie che raccontavano al meglio la pressione di cui sopra. Urla che alla rabbia hanno aggiunto il dolore, dopo la penetrazione che ha chiuso la partita, la serie e la stagione di Antetokounmpo. Complici l’orgoglio, un grande Khris Middleton e degli Heat colti alla sprovvista, i Bucks hanno portato a casa la partita all’overtime, ma si sono dovuti arrendere nella successiva gara-5, con Giannis tenuto in panchina per precauzione. Incassata l’ennesima batosta ai playoff, per Milwaukee e per The Greek Freak si avvicina il momento della verità.
La scadenza del contratto di Giannis, prevista per il 2021, pende come una spada di Damocle sul futuro della franchigia. Nell’imminente offseason, il numero 34 potrebbe siglare una stratosferica estensione fino al 2026, con cifre che si aggireranno attorno ai 220-250 milioni di dollari. Un importo che, da regolamento, non potrà essere pareggiato da altre franchigie. Qualora la proposta della dirigenza non venisse accettata, Antetokounmpo diventerebbe free-agent tra un anno. Con ogni probabilità, non sarà esclusivamente l’aspetto economico a dettare la scelta di Giannis, che a caldo ha dichiarato di voler restare. Il punto cruciale è il contesto: Milwaukee è il posto giusto in cui trascorrere i migliori anni della propria carriera?
Nell’estate del 2019 erano stati rifirmati in blocco i giocatori chiave: George Hill sarà sotto contratto fino al 2022, Eric Bledsoe e Brook Lopez fino al 2023, Khris Middleton avrà una player option da oltre 40 milioni per la stagione 2023-24. Puntare così tanto sul nucleo storico era forse inevitabile, dopo l’eccellente 2018/19, ma fin da subito era apparso come una scommessa pericolosa. Il primo effetto collaterale era stato l’addio di Malcolm Brogdon, il cui stipendio non poteva più essere assorbito, ma le conseguenze peggiori potrebbero essere in arrivo. Hill, Bledsoe e Lopez hanno disputato un’altra ottima stagione e dei buonissimi playoff, ma la carta d’identità non suggerisce chissà quali margini di crescita. Middleton, autore di una grande serie contro Miami ma ondivago durante la stagione, salirà al livello dei colleghi dal pari stipendio, oppure ha già raggiunto il vertice della sua parabola? In altre parole: visti i risicati margini di manovra, questi Bucks possono ancora migliorare? Qualora la risposta di Giannis fosse negativa, su Milwaukee si addenserebbero nubi cariche di tempesta.