Fattore campo sempre meno incisivo con le capienze limitate da DPCM e ordinanze regionali? Il dato dei primi due turni della serie A è ovviamente parziale e relativamente indicativo, ma è comunque una riflessione da fare rispetto ad un trend comunque crescente già negli anni scorsi sulla percentuale di vittorie esterne in costante ascesa nelle ultime 4 stagioni della serie A. Il segno 2 è uscito 7 volte nelle prime 16 gare della stagione 2020/21, pari al 43,8% sul totale delle partite disputate, con campi storicamente caldi come quelli della Fortitudo Bologna e di Sassari “saltati” al primo impegno casalingo, disputato rispettivamente davanti a 1100 e 700 spettatori rispetto ai 5491 e 4560 di media del girone d’andata del 2019/20.
Sulla questione capienze c’è un risvolto economico per le casse dei club, ma anche un risvolto sportivo per i risultati del campo meno influenzabili dalla spinta del pubblico di casa? La risposta arriverà in corso d’opera con dati più consolidati rispetto a quelli delle prime due giornate. Comunque superiori alla tendenza già importata alla perdita di valore del fattore campo nelle ultime 5 stagioni: il 38,3% di incidenza delle vittorie esterne nel 2019/20 è stato il dato più alto dell’ultimo quinquennio, proseguendo in una crescita costante rispetto al 37,9% del 2018/19 ed al 37,5% del 2017/18. Ma negli ultimi anni il segno 2 è stato molto più frequente: nel 2016/17 le vittorie esterne sono state solo il 30,8% e nel 2015/16 il 32,0%.