Angelo Cattaneo è stato massaggiatore-fisioterapista dell’Olimpia per 27 anni, 1956-83. Milanese doc, Classe 1920, ha vissuto dei periodi incredibili con l’Olimpia, con Adolfo Bogoncelli, Cesare Rubini, Sandro Gamba, Ricky Pagani, Sandro Riminucci, Gianfranco Pieri, Nane Vianello, Paolo Vittori, Bill Bradley, Art Kenney, il Simmenthal, Le Scarpette Rosse, gli scudetti, la Coppa dei Campioni, tutto. L’ho ereditato io quando sono arrivato a Milano, nel 1978. Anche con noi, il ‘Dutur’ ha avuto momenti indimenticabili: la Banda Bassotti, lo scudetto del 1982, Mike D’Antoni, Dino Meneghin, John Gianelli, Roberto Premier, Vittorio Gallinari.
Che personaggio! Nel 1980, a febbraio, ha il compleanno. Gli chiedo, “Cat, di che anno sei?” Cattaneo: “Sono del ’20.” Io: “Oh, 1920! Quindi, oggi, 60 anni!” Cattaneo: “No, Coach. 59 anni e 12 mesi!” Un killer. Poi, nonostante 5 anni di prigionia in Africa nella Seconda Guerra Mondiale, un uomo positivo. Amava l’opera lirica, la Scala. Mi disse, un giorno, “Coach, dobbiamo aiutare la tua crescita culturale.” Io: “Cosa vuol dire?” Cattaneo: “Tu devi conoscere l’opera lirica.” Lui sapeva che la Sra. Geli Zucchi, grande tifosa della squadra, aveva la biglietteria alla Scala. Mi dice di chiamarla. La Sra. Zucchi ci lascia due biglietti.
Andiamo a vedere ‘Simon Boccanegra.’ Poi, altri: ‘Tosca,’ ‘La Boheme.’ Vediamo Luciano Pavarotti, Placido Domingo. Divento tifoso della Scala. Secondo anno, mi dice, “Coach, dobbiamo aumentare la tua crescita culturale.” Io, “Ma come?” Cat: “Il balletto.” Rifiuto. Lui insiste. Andiamo, con Vittorio Gallinari. Oriella Dorella, Marco Pierin, Luciana Savignano. Incredibile. Divento tifoso. Terzo anno: “Coach, dobbiamo finire la tua crescita culturale.” Io: “Cosa dici?” Lui: “Concerti.” Rifiuto. Poi, andiamo. Riccardo Muti. Uno spettacolo. E Angelo Cattaneo piangeva ad ogni opera, ogni balletto, ogni concerto.
Poi, la leggenda nasceva prima di me. Storia mitica. 1977-78, l’anno prima del mio arrivo. Il medico, Dr. Giuseppe Mineo, deve dare al Canadese Lars Hansen, medicina per mal di stomaco. Dice a Cat, “Angelo, fai tradurre Sylvester, a dire a Hansen di prendere queste due pillole prima di cena.” Cat, che parlava solo dialetto Milanese, dice, “Non ho bisogna di Sylvester. Ghe pensi mi.” Spogliatoio: fermi tutti, gran silenzio. Cattaneo a Hansen: “Lars, tomorrow.” Tutti pensano, “Oh, il Cat era prigioniere degli Inglesi, no?” Poi, il resto in puro dialetto: “Te ne ciapi dù’ di quest’ prima di mangià.” Tutti a terra dal ridere.
Nei playoff del 1979, con la Banda Bassotti, vinciamo la prima dei quarti a Roma, 92-90. Tutti euforici. Dobbiamo scappare in fretta. Prima in albergo, poi a Fiumicino. I due più giovani, dal 1959, Francesco Anchisi e Valentino Battisti, dimenticano il Cat e le borse. Siamo in hotel. GM Toni Cappellari ai due ragazzi: “E Cattaneo? Le borse?” Anchisi e Battisti corrono indietro per raggiungere il Cat. Lui rifiuta loro aiuto. Arriva in albergo, carico come un mulo. Vede me. Vede Cappellari. Senza cambiare faccia, dice, “I giovani di oggi.” Ex-ginnasta, ex-militare, ex-calciatore. Ma mai ex-Olimpia. Il tessuto dello spogliatoio.