Spunta l’opzione Street Basket come spunto regolamentare per la ripresa degli allenamenti delle giovanili di ogni livello ed età. A stretta norma di regolamento, tra i campionati giovanili che prevedono finali nazionali compare infatti il torneo 3 contro 3 istituzionalizzato dalla FIP con l’assegnazione di un titolo italiano per fasce d’età (annata 2003-2004; 2005-2006; 2007-2008) sia a livello maschile che femminile. La manifestazione ha già un road map ufficiale – eliminatorie provinciali ai primi di marzo, finali regionali ad aprile e kèrmesse tricolore a fine maggio – che risolverebbe anche il problema della richiesta del CONI di un calendario di fare per consentire gli allenamenti delle categorie dichiarate di interesse nazionale. Iscrivendosi in massa al torneo 3 contro 3 (tra l’altro disciplina olimpica da Tokyo 2021 e pertanto riscontrabile come di interesse nazionale a tutti gli effetti) ci sarebbe almeno in linea teorica la possibilità di far tornare in palestra tutte le giovanili senza limiti di età e livello di gioco (le categorie del 3 contro 3 sono Under 18, 16 e 14 ma essendo ammessi anche atleti del 2008 c’è facoltà anche per l’Under 13) potendo svolgere attività preparatoria per il torneo di carattere nazionale senza ovviamente il vincolo di allenarsi solo in modalità 3 contro 3. In attesa che la Commissione Sanitaria metta a punto la prossima settimana i nuovi protocolli per gli allenamenti (il sito FIP al momento riporta ancora quelli del 16 settembre a suon di autocertificazioni per il basket non professionistico), al momento l’opzione 3 contro 3 rappresenta possibilità, sia pure supportata concretamente da solide basi regolamentari, come unica modalità per uscire dal cul-de-sac imposto dall’attuale quadro normativo.
La richiesta delle società regionali è quella di tornare in palestra per gli allenamenti delle giovanili, anche con 8 giocatori per volta come alla ripresa di luglio 2020, oppure con soli fondamentali individuali. Il DPCM che sarà in vigore a partire dal 16 gennaio confermerà però i paletti legislativi che rendono inapplicabile questa richiesta: consentito solo lo sport di contatto di interesse nazionale, con la necessità di organizzare attività agonistica (leggi campionati con relativo calendario) affinchè il CONI mantenga lo status richiesto dalla federazione di riferimento.
Dunque le richieste di allenarsi senza giocare sono al momento non compatibili con un quadro normativo che resterà in vigore almeno fino al 5 marzo. Per questo l’opzione 3 contro 3 pare l’unica percorribile per garantire di “Consentire a tutti i propri tesserati, dal Minibasket all’attività Senior, di tornare ad allenarsi in palestra adottando tutte le cautele che gli esperti riterranno necessarie”, come dichiarato dalla FIP dopo l’incontro tra il presidente Petrucci e i vertici dei Comitati Regionali dello scorso 11 gennaio. Allo stato attuale delle cose, per quanto riguarda il quadro giovanile, dall’opzione 3 contro 3 resterebbe escluso il Minibasket, anche se gli esperti del settore starebbero lavorando ad una proposta da sottoporre alla FIP.
Resta comunque ineludibile, come evidenziato dalla stessa Federbasket, la necessità di fissare un protocollo che consenta la ripresa degli allenamenti in sicurezza (“Occorre concentrare gli sforzi sull’aggiornamento dei protocolli che consentano a tutti la ripresa in sicurezza degli allenamenti a prescindere dallo svolgimento delle rispettive competizioni, verificando con la massima responsabilità quali altri campionati possano effettivamente prendere il via nel prossimo futuro”) una volta trovata la formula burocratica adatta per riaprire le palestre. L’effettiva ripresa dell’attività, al di là degli aspetti regolamentari spettanti alla FIP, sarà sostenibile soltanto da chi sarà in grado di adeguarsi ai protocolli in fase di messa a punto.