L’Italia parteciperà ai Giochi Olimpici di Tokyo 2021 senza bandiera né inno se entro domani non sarà approvato d’urgenza un decreto che indurrà il CIO a scongiurare il rischio delle sanzioni più dure nei confronti del nostro Paese. All’ordine del giorno della riunione di mercoledì 27 gennaio c’è infatti l’analisi della situazione dell’Italia: l’accusa è di ingerenze politiche che avrebbero limitato l’autonomia del CONI nella gestione dello sport, tematica sollevata in due lettere del presidente del CIO Thomas Bach al presidente Giuseppe Conte senza risposte da parte del Governo. L’argomento è datato agosto 2019, quando fu approvata la legge di riforma firmata da Movimento 5 Stelle e Lega: per evitare in extremis la sanzione, che equiparerebbe l’Italia alla Russia degli scandali doping ed alla Bielorussia di Lukashenko, servirebbe l’approvazione entro domani del cosiddetto decreto salva-CONI con il trasferimento di dipendenti e dei beni immobili da Sport e Salute alla “Federazione delle Federazioni” dello sport italiano. Solo in questo modo si eviterebbe il provvedimento del CIO, ma al di là delle discussioni politiche legate ai contenuti, la situazione legata all’attuale crisi di Governo potrebbe rendere impossibile il via libera al decreto se Giuseppe Conte dovesse dimettersi nelle prossime ore. Certamente sarebbe una brutta figura a livello di immagine che comunque non influirebbe sulla presenza delle rappresentative degli sport di squadra a Tokyo: qualora l’Italbasket dovesse strappare il pass per i Giochi al Preolimpico di Belgrado, potrebbe comunque prendere parte all’evento sia pure in versione “anonima” gareggiando sotto la bandiera olimpica e non quella tricolore.