Protagonista decisivo nel match di domenica contro la Vanoli, Nicola Akele ha parlato di sè, del suo momento e della sua vita in un’intervista con Vincenzo Di Schiavi per La Gazzetta dello Sport.
Questo un estratto delle sue parole.
Modelli Cresciuto cestisticamente a Montebelluna, seguendo pure, da tifoso, la Benetton dei tempi d’oro. “Vedere quella Treviso mi ha ispirato e fatto sognare. Era la squadra di Mordente, Soragna, Bargnani, ma anche del mio idolo di allora Marcus Goree. Ora viviamo un progetto nuovo, partito dal basso grazie alla forza e la passione del territorio. Il lavoro del presidente Vazzoler e della società sta gratificando una piazza che ama il basket come poche. Speriamo di regalare ai tifosi la ciliegina sulla torta”.
La maglia azzurra Una stagione da quasi 10 punti e 6 rimbalzi di media tiene Akele nel radar del c.t. Sacchetti: 6 gettoni nelle gare di qualificazione a Euro 2022. “Emozione indescrivibile e poi si è creato un super gruppo. La Nazionale è una ventata d’entusiasmo che mi ha consentito di fare esperienza internazionale e quindi di crescere. Andare al Preolimpico? La concorrenza è forte, lo so, ma io ci spero”.
Il sogno “La Nba è un sogno, l’Eurolega un obiettivo: oggi mi ispira il percorso di Datome, in passato ho ammirato il Panathinaikos di Diamantidis”.
Una storia di emigrazione felice e un’insopprimibile attrazione verso la terra d’origine “Papà operaio, mamma impegnata in un’impresa di pulizie. Arrivarono in Europa 30 anni fa per raggiungere alcuni parenti. Dai miei ho imparato l’etica del lavoro, ad avere fiducia in me stesso, fede in Dio, educazione e senso di accoglienza. Quando smetterò di giocare però voglio andare in Africa. A Kinshasa sono andato una volta a 3 anni e non ricordo nulla. Sono italiano al cento per cento ma là ci sono le mie origini. L’Africa per me è una terra immaginaria, la voglio conoscere. Dentro di me sento un impulso fortissimo”.
Foto copertina: Treviso Basket