Nella storia della Pallacanestro Trieste è entrato da tempo. Una carriera più che ventennale cominciata e conclusa in biancorosso, dai primi anni trascorsi sotto l’esperta guida di un fenomeno come Ivo Maric alle stagioni del ritorno a casa da veterano, un ritorno impreziosito dalla promozione che ha riportato la “sua” società nella massima serie. Come scrive oggi Lorenzo Gatto su “Il Piccolo”, da quest’anno la storia di Daniele Cavaliero si impreziosisce di un nuovo capitolo. Da capitano aveva lasciato Varese nell’aprile del 2017, quattro anni dopo prenderà il posto di Andrea Coronica e, idealmente, metterà la fascia al braccio in vista della prossima stagione. Lo ha annunciato l’Allianz sui suoi canali social con un video emozionante e un testo toccante interpretato dallo stesso Cavaliero. «Il basket è di Trieste, Trieste è del basket, noi giocatori siamo dei custodi e io…sono uno di loro». Parole significative recitate dagli spalti di un palazzetto che nelle ultime stagioni è diventata la casa dei tifosi. In questa stagione, agli ordini di Franco Ciani, Cavaliero continuerà a fare quello che ha sempre fatto da quando è tornato a indossare la casacca biancorossa. Leader in campo e nello spogliatoio, nei momenti belli ma anche e forse soprattutto in quelli delicati. Un punto di riferimento per tutto l’ambiente, un ruolo che nella storia della Pallacanestro Trieste hanno interpretato personaggi che hanno fatto la storia del basket cittadino. Da Meneghel a Bertolotti, da Pilutti a Tonut, da Casoli a Carra: giocatori che sono rimasti nell’immaginario collettivo. «La scelta di Cavaliero è quella più lineare e logica- sottolinea il tecnico Franco Ciani. Alla fine il capitano è colui che deve trasmettere ai compagni di squadra, giovani e vecchi, la filosofia, il modo di essere, le abitudini e la mentalità di una società. E allora chi meglio di Daniele? Al di là di quello che sarà il ruolo e l’apporto importante che il giocatore ci darà, la sua presenza ha un valore che va oltre la presenza sul campo. In questo senso va letta anche la decisione di nominare come vice capitano Juan Fernandez. Il Lobito, allo stesso modo di Cavaliero, rappresenta la continuità di una società arrivata nella massima serie partendo da lontano». Un nucleo italiano solido, dunque, nel contesto di un gruppo che si sta dimostrando coeso e con le idee chiare sin dai primi giorni di preparazione alla nuova stagione. Per Cavaliero, aldilà di quello che saprà dare alla sua squadra, la possibilità di chiudere nel migliore dei modi la carriera. Farlo da capitano a Trieste, in una stagione che seppur con le limitazioni previste riporterà i tifosi sugli spalti, gli permetterà di assaporare in tutta la sua pienezza il gusto della sfida. Quella sfida che, per oltre vent’anni, è stato stimolo e benzina nel motore di un giocatore che ha sempre trovato nelle motivazioni e nelle scelte di cuore la spinta decisiva per andare avanti e diventare un icona da imitare nella pallacanestro italiana.