Intervistato da Daniele Labanti per il Corriere di Bologna, il presidente della Fortitudo Lavorpiù Bologna Christian Pavani ha parlato di diversi argomenti caldi del momento, dall’aumento della capienza nei palazzetti al logo che la Fortitudo sta utilizzando sulle maglie della Supercoppa.
Un estratto delle sue dichiarazioni.
Christian Pavani, i club di serie A di basket stanno combattendo una difficile battaglia per allargare l’attuale 35% di capienza dei palasport. Qual è la posizione della Fortitudo? “Siamo allineati con tutte le altre società, la Legabasket è unita. Il 35% penalizza la pallacanestro economicamente ma soprattutto ne disgrega la comunità: alla perdita di introiti si aggiunge quella di tifosi e di attaccamento. Il futuro del nostro sport è a rischio”.
Il 50% è stato individuato come limite minimo. Sarebbe sufficiente? “No, come club di serie A abbiamo chiesto il 100%. Con il green pass vogliamo i palasport pieni. Al governo stiamo chiedendo solo di poter lavorare, di fare impresa: in questo momento siamo gli unici operatori con un vincolo così basso”.
Se non arrivassero in tempi brevi risposte positive dal governo, quale sarebbe la posizione della Fortitudo? “Di grande preoccupazione. Ma sia inteso: non abbiamo proposto serrate, che sarebbero state anche difficilmente spiegabili agli sponsor. Siamo allineati con il lavoro del presidente Umberto Gandini e con Gianni Petrucci, che è il nostro cavallo forte, l’uomo che può fare una pressione intensa sulla politica”.
Le curve hanno spiegato che per loro non è solo questione di capienza: vogliono tornare a tifare e a vivere la partita come prima. “Io credo che se potessimo lanciare un messaggio di apertura, anche il tifo organizzato pian piano tornerebbe. Vogliamo il 100% proprio per questo, ma già se potessimo salire al 70 staremmo dicendo agli appassionati che si può ritrovare il clima della partita. Dobbiamo urlare forte che il basket ci manca, che vogliamo divertirci, tifare, innamorarci dello sport più bello del mondo. Una mediazione con le curve si potrà trovare”.
Questione logo: “È un logo vintage ma soprattutto è la prima Effe comparsa nella storia delle maglie della Fortitudo. Ed è nostro. Può piacere o non piacere, ma credo non possa essere tacciato di illegittimità o di “non fortitudinità” dal punto di vista storico. È una operazione di marketing ma anche di consolidamento per il club. Noi ci siamo, intendo noi dirigenti: stiamo lavorando per il futuro della Fortitudo e abbiamo bisogno di essere uniti con i tifosi. Abbiamo bisogno di loro. Le nostre idee vanno nella direzione di dare futuro alla società. Il nostro dialogo con la Sg è vivo, la volontà della Fortitudo è che le strade di incontrino non che si allontanino. Noi dobbiamo fare impresa, portare avanti strategie aziendali. La Effe con l’aquila e la Effe vintage sono due loghi della Fortitudo, nessuno vuole privarsene”.