“El General” Luis Scola racconta i suoi piani futuri nel nuovo ruolo di amministratore delegato della Openjobmetis Varese.
Intervistato da Giuseppe Sciascia per La Prealpina, un estratto delle sue dichiarazioni.
Perché proprio Varese per avviare la sua carriera dirigenziale? “Toto mi ha raccontato lungamente la storia di questo club e il suo legame forte con la città, la leggenda di Dino Meneghin e le 10 finali consecutive di Coppa dei Campioni. Sappiamo che la situazione è completamente diversa da quella di 40 o 50 anni fa, ma c’è la vera occasione per fare un bel lavoro, cercando la soluzione per coniugare il glorioso passato con il presente”.
C’è la possibilità di un suo ingresso futuro come azionista? “Ne abbiamo parlato e ci sarebbe un punto di incontro. Sono situazioni private, ci sarà bisogno di tempo, partendo dalla necessità di una due diligence; l’idea c’è, la approfondiremo nei prossimi mesi”.
A quale modello dirigenziale si ispira? “Certamente il mondo NBA, che ho frequentato per 10 anni da giocatore, è quello ideale. Anche se per una squadra piccola come Varese, per motivi di budget, è impossibile replicarlo per intero. Però ci sono tante cose da copiare o, quantomeno, da riproporre in una dimensione adatta a Varese. Il secondo livello è l’Eurolega: l’Olimpia Milano, dove ho giocato, è un valido riferimento”.
Quali saranno i cardini del programma di Scola? “Tre aspetti fondamentali legati ai criteri NBA: il marketing, l’analisi più dettagliata attraverso i numeri (i cosiddetti “Analytics”, ndr) delle situazioni di gioco e lo sviluppo dei cestisti. Il quarto è il settore giovanile, slegato dai professionisti americani, ma fondamentale in Europa per un progetto ben fatto”.