Questa sera alle ore 20 la GeVi Napoli esordirà nel ritorno in serie A contro l’Ax Armani Exchange Olimpia Milano.
Intervistato da Andrea Barocci per il Corriere dello Sport Stadio, coach Pino Sacripanti parla della sua esperienza col club campano fino ad oggi e ritorna sull’esonero nella sua ultima esperienza nella massima serie con la Virtus Bologna.
Un estratto delle sue dichiarazioni.
Sacripanti, negli ultimi anni il basket ha illuso e deluso tante volte Napoli con situazioni anche imbarazzanti. Quale motivazione l’ha spinta a credere in questo progetto e perché lo ritiene solido? “Quando io ho parlato con la proprietà ho visto persone volenterose e molto serie. L’hanno dimostrato nel primo anno in B e poi in A2, non facendo mai il passo più lungo della gamba con aziende importanti e una città da risollevare. Ecco, la loro serietà mi ha spinto a fare questa scommessa, che oggettivamente era molto difficile”.
Avete creato una squadra che è un mix tra veterani come Mayo, Elegar, Rich, Parks, e debuttanti in A come Velika e McDuffie: con quale obiettivo? “Siamo partiti da un concetto di serietà, nel senso che quelli che avevano conquistato la promozione in A, nei limiti del possibile li abbiamo tenuti (Lombardi, Zerini, Guglietti, Marini, Mayo e Parks). Poi abbiamo aggiunto due esperti e due novità, sperando che i sei rimasti continuino nella filosofia dell’anno scorso, ovvero dedizione alla difesa e programmazione”.
Lei torna in A a due anni dall’esonero alla Virtus Bologna: cosa le rimane di quell’esperienza? “L’amarezza è stata grandissima, perché la Virtus è una società molto ambiziosa, e sapevo che negli anni a venire lo sarebbe stata ancora di più, come infatti è accaduto. Mi porto dietro il fatto che probabilmente, quando si arriva a certi livelli, bisogna essere più lucidi e spietati nel prendere decisioni drastiche nella scelta dei giocatori. E, visto che gli obiettivi si sono dimostrati superiori a quelli a me richieste, forse avrei dovuto chiedere atleti molto più forti. O molti più soldi, come fanno parecchi miei colleghi… Sinceramente non credo di essermi meritato un esonero sul campo, visto che tutti gli obiettivi che il club ci aveva richiesto erano stati centrati in pieno: eravamo primi nel ranking in Europa; eravamo ad una gara dalle Final Four Champions, cosa che in seguito è stata centrata; eravamo ancora dentro i playoff, che poi non sono stati centrati; abbiamo fatto la semifinale di Coppa Italia buttando fuori Milano nei quarti. Però loro hanno voluto fare altre scelte. Mi resta l’amarezza di non aver potuto avere l’occasione di stare sino alla fine ad altissimo livello”.